Una vicenda surreale quella avvenuta ormai 5 anni fa, nel 2017, a Sora, in provincia di Frosinone. In quell’occasione una docente di lettere è stata verbalmente aggredita da un uomo entrato in classe durante una lezione, che l’ha insultata pesantemente di fronte ai suoi alunni.
La storia è stata ricostruita da Il Messaggero, che ha anche raccolto la voce della professoressa in questione. “Svalvolata, fuori di testa, lei è pazza”, queste le parole rivolte con tono minaccioso all’insegnante. A proferirle un uomo adulto che è intervenuto improvvisamente in una lite tra alcuni studenti. Quest’ultimo si trovava a scuola in quanto incaricato di accompagnare alcuni alunni ospiti di una casa famiglia.
Dopo l’accaduto la docente ha presentato una denuncia presso la procura della città, che qualche giorno fa ha emesso la sentenza. Ma andiamo per ordine.
La docente ha raccontato con le proprie parole lo spiacevole accaduto: “Ero in classe, stavo svolgendo il mio lavoro ed interagendo con i miei studenti. All’improvviso nella mia aula piombò un tizio che, inserendosi nel confronto con i miei studenti, iniziò a prendere parte alla controversia scoppiata tra alunni strattonandone uno. Invitato ad uscire per tutta risposta mi apostrofò con tono aggressivo ed intimidatorio: ‘sta svalvolata, fuori di testa, che ***** dice, lei è pazza'”.
A cinque anni dai fatti è stato notificato alla prof un avviso con la richiesta di archiviazione della querela con la seguente motivazione: “Per la sussistenza del delitto non è sufficiente l’offesa all’onore del pubblico ufficiale ma è sempre necessario che la stessa si riverberi sulle qualità che riguardano il ruolo pubblico rivestito”.
A questo punto la vittima dell’aggressione verbale, attraverso il suo legale Federica Lancia, si è opposta alla richiesta di archiviazione chiedendo la prosecuzione delle indagini. Il 6 settembre scorso, però, il giudice di pace di Frosinone, nella persona della dottoressa Caterina Urso, ha disposto l’archiviazione del procedimento.
Ecco cosa si legge negli atti: “Sebbene la parte offesa si trovasse a scuola e rivestisse ruolo di pubblico ufficiale al momento dell’offesa perpetrata dall’indagato alla presenza di più persone, tuttavia non vi è prova alcuna che l’offesa sia stata percepita dai presenti. Le parole ‘Sta svalvolata, fuori di testa, che ***** dice lei, è pazza’ certamente hanno leso l’onore della denunciante persona comune ma non il prestigio della pubblica funzione svolta”. Insomma, secondo il giudice la docente è stata offesa in quanto persona, ma il prestigio del suo ruolo da insegnante non è stato intaccato.
La vittima si dice ovviamente delusa. Ecco il suo sfogo: “Ingiuriare con frasi violente, offensive, denigratori, volgari e chiaramente sessiste e misogine dunque non configura la violazione dell’articolo 341 bis del codice penale? Dire ‘Sta svalvolata’ ad un docente in servizio all’interno della scuola non configura il reato di oltraggio ad un pubblico ufficiale? Purtroppo il giudice di pace ha confermato l’archiviazione del reato confermando che si può essere insultati in classe davanti ai suoi studenti senza che questo costituisca reato. La lotta contro la violenza anche solo verbale nei confronti dei docenti è decisiva della costruzione della nuova dignità dei lavoratori della scuola”, ha detto con amarezza.
Questa decisione è destinata sicuramente a far discutere i numerosi insegnanti che non si sentono al sicuro tra le mura scolastiche, che si sentono spesso indifesi di fronte alle aggressioni verbali, che volte degenerano in aggressioni fisiche, da parte, ad esempio, di genitori.
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