Il presidente dell’Upi, Unione province italiane, Antonio Saitta, non lasciare le scuole alle province sarà sinonimo di un aumento dei costi. Invita dunque ad essere chiari sulla gestione delle scuole: “Deve essere chiaro chi gestirà le scuole. Lasciarle alle Province o aumenteranno le spese. Non correte il rischio di interrompere un servizio che è un diritto essenziale, come l’accesso alla scuola pubblica: se si sposta la gestione degli edifici degli istituti superiori costringeremo all’indeterminatezza per anni alunni e docenti”.
“Questo Disegno di Legge ha tantissimi difetti, ma lo spostamento delle competenze sull’edilizia scolastica ci preoccupa molto come amministratori e come cittadini. Gli effetti che provocherebbe questa decisione sono davvero pesanti e ricadrebbero sui 2 milioni e 500 mila alunni che studiano nelle oltre 5.100 scuole che le Province gestiscono. La prima conseguenza, che ha rilevato anche la Corte dei Conti, è che questa decisione aumenterà i costi facendo moltiplicare i centri di spesa. Pensare poi di spostare la proprietà degli edifici vuol dire impegnare per anni la pubblica amministrazione, che dovrebbe occuparsi di garantire l’efficienza delle scuole, in tutte le pratiche burocratiche necessarie: chiudere e riaprire contratti, spostare pezzi di personale, di risorse, di debiti e di mutui contratti. Mettendo a rischio la continuità di erogazione dei servizi alla scuola. L’ipotesi di assegnare la funzione alle Unioni dei Comuni è del tutto fuori dalla realtà: ad oggi in Italia le Unioni di Comuni nonostante siano 370, coprono appena il 12% della popolazione italiana, lasciando scoperta la grande maggioranza del territorio. Per questo noi chiediamo di fare la scelta più sensata, lasciando la competenza della gestione delle scuole alle Province. La vera emergenza della scuola pubblica è piuttosto la mancanza di risorse per ammodernare, mettere in sicurezza e rendere più efficienti i nostri istituti. A questa Commissione chiediamo di sostenere la nostra richiesta di escludere dal patto di stabilità le spese per gli investimenti nelle scuole”.
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