Urge un piano nazionale di investimenti per l’edilizia scolastica: sono ormai numerosi i crolli di soffitti nelle scuole italiane, tre casi – solo quelli riportati dalla stampa nazionale – nella primavera scorsa. E ancora stanno cedendo le strutture di molte scuole ormai giunte al compimento dei 50 o 60 anni di vita.
Un capitolo a parte riguarda gli scoperti delle scuole, appiattiti dal calpestio e quindi con radici e tombini che nel tempo hanno superato il livello del terreno. In molti spazi scoperti ci sono alberi morti, in qualche caso a rischio di caduta.
Intervenire sull’edilizia sarebbe anche un’occasione interessante per migliorare la coibentazione e ridurre i costi, ma anche ridefinire gli accessi in relazione al traffico, ai possibili incidenti, a piani di pedonalizzazione delle vie adiacenti alle scuole.
Ci saranno dei costi? Certo, ma saranno risparmi sul futuro.
L’edilizia è una condizione preliminare per avere un’istruzione pubblica dignitosa. E la cronaca ci dice quanto è importante in questi tempi educare le nuove generazioni alla cultura, all’impegno dello studio, all’umanità, al riconoscimento dei diritti. Dentro scuole che non crollino e cortili che permettano di giocare.
Lorenzo Picunio
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