Il sistema scolastico statunitense, rientrante in un assetto stato-società risalente alle riforme degli anni 30′ post-crisi, risente di frequente dei limitati investimenti statali in funzione di quelli provenienti da circuiti privati. I soggetti economici interessati alla formazione sono sempre minori, dato che questa, almeno sotto il profilo puramente economico e reddituale, produce pochi capitali e ne limita di base la circolazione; la formazione primaria mira a fornire capacità critiche, deduttive, elaborative e produttive orali e scritte, non a creare direttamente figure professionali, appoggiandosi alla dimensione globale del cittadino piuttosto che dello specialista.
Le università statunitensi ottengono un quantitativo spropositato di fondi finalizzati all’allestimento ad hoc della didattica in funzione delle richieste – e delle necessità impellenti – del mercato del lavoro e di matrice finanziaria.
Di fatto la formazione scolastica è nuovamente staccata da quella universitaria secondo una pericolosa logica di discontinuità che già la caratterizza interiormente. finendo così isolata ed in pasto alle crisi degli investitori e salvata solo “in calcio d’angolo” da uno Stato interessato – e tenuto – ad offrire comunque servizi di base. Vediamo più da vicino cosa accade nello Stato di New York.
L’assetto e la dimensione dei finanziamenti da conferire per il settore didattico e formativo assumono il valore, la pericolosa forma di una controversia politica che rischia di inquinare se non tristemente limitare l’erogazione di lezioni e il mantenimento degli edifici in cui queste vengono svolte. Il Panel for Educational Policy, l’organo di governo delle scuole pubbliche di New York City, ha bloccato la formula proposta dalla città per determinare quanto denaro dovrebbe ricevere ogni scuola – una mossa che farà esplodere “l’intero sistema”, ha affermato il cancelliere della scuola, David C. Banks.
Il voto di mercoledì ha segnato la seconda volta che il comitato educativo si è opposto alle proposte dell’amministrazione del sindaco Eric Adams, un segno che sta flettendo la sua indipendenza dopo due decenni di politiche considerate scellerate dall’opposizione in sede cittadina. La giuria non ha approvato la formula a causa della preoccupazione di non fornire adeguatamente finanziamenti per alcuni gruppi di studenti, come quelli con disabilità e quelli localizzati nei centri di accoglienza.
La formula – o proposta – che la giuria ha bocciato quasi all’unanimità deve essere approvata prima che possano essere stanziati 10,5 miliardi di dollari in fondi statali e locali per circa 1.500 singole scuole. Il finanziamento rappresenta la maggior parte dei budget scolastici in tutta la città, ha affermato Lindsey Oates, direttore finanziario del dipartimento dell’istruzione. Circa il 95 per cento del denaro va reindirizzato al personale docente e scolastico.
Styer ha aggiunto che il dipartimento si è impegnato a rivedere la formulazione della richiesta di finanziamento, “ma quella revisione, per il bene dei nostri studenti, non può essere affrettata nel giro di settimane o mesi”. Il Panel for Educational Policy, composto da 15 membri, che comprende nove nominati sindaci, esiste dal 2002 e si occupa di compatibilità tra norme e sistema scolastico.
Il sindaco ha acquisito per la prima volta il controllo delle scuole cittadine e il vecchio ed obsoleto Board of Education è stato abolito, la mozione necessitava di otto voti per essere approvata. Ne ha ottenuti sette, tutti nominati dal sindaco. La giuria ha votato per la prima volta contro il sig. Adams a marzo, quando ha rifiutato un contratto da 82 milioni di dollari per finanziare servizi di personale temporaneo.
La mancata approvazione della proposta di finanziamento arriva in seno ad una crisi politica mentre il sindaco sta lottando per mantenere il controllo del più grande distretto scolastico dello stato. Il rischio di rendere prioritarie tribune politiche piuttosto che le necessità proprie di studenti e personale porta la situazione scolastica dello stato di New York in un vicolo cieco.
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