Due ragazzini di 12 e 14 anni, nei giorni scorsi, nella Contea di Volusia non lontano da Orlando in Florida, hanno sparato contro la polizia che cercava di fermarli perché erano scappati da una casa famiglia.
I due ragazzini avrebbero trovato le armi, compreso il Kalashnikov AK-47, dentro una casa dove erano entrati cercando di nascondersi. Nella sparatoria la ragazzina è rimasta ferita, mentre il ragazzino ha deposto l’ak-47 poco dopo il ferimento dell’amica.
La domanda che più semplicemente si può fare, riguarda sempre la facilità con la quale negli Stati Uniti è possibile tenere armi e di quella portata a casa. Sembra infatti che circolino 357 milioni di armi da fuoco per una popolazione di 318 milioni di persone, mentre tra il 35% il 42% delle famiglie ha almeno una pistola. In alcuni Stati è addirittura possibile comprare fucili d’assalto nei centri commerciali.
Ricordiamo pure che tale facilità di detenzione delle armi ha portato con sé anche vere e proprie stragi nelle scuole che sarebbero nel 64,5 per cento dei casi l’obiettivo dei killer che sono risultati essere per 56,7% bianchi, il 19,5% ispanici e il 16,6% neri.
In ogni caso, ricorda l’Agi, dopo la strage del 20 aprile 1999, nella quale morirono a colpi di mitra 12 studenti e un insegnante, nella Columbine High School di Littleton, in Colorado, oltre 200 mila studenti hanno vissuto in prima persona una sparatoria nella loro scuola. Negli ultimi 20 anni ne sono avvenute più di 200 con più di 150 vittime. In media, dal 1999 ci sono state 10 sparatorie in istituti primari, secondari e campus universitari.
Con un picco di 23 massacri nel 2018 e un minino di 5 nel 2002. La maggior parte delle armi utilizzate nelle più sanguinose stragi sono state acquistate legalmente e portate da casa. E in molti casi i killer che lo hanno fatto avevano una storia documentata di disordini mentali.
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