La didattica presenta, specie nelle società culturalmente evolute, una realtà assai multiforme e collaborativa. Parte integrante di quest’ultima, con assoluti fini sociali e di inserimento, sono le attività pratiche, consistenti in dedicati laboratori, corsi di formazione e trainings professionalizzanti. Il fine, specie per quei sistemi dove figura scarsissima reperibilità di manodopera specializzata, tali iniziative risultano fondamentali non solo per lo studente, favorendone il relativo inserimento nel mercato del lavoro, ma apportano indiscutibili benefici ad un mercato che rischia la paralisi per la penuria di personale dedicato alle attività professionali qualificate.
Naturalmente, da parte delle aziende, figurano dei vantaggi e degli svantaggi: l’inserimento in organico a favore di determinate attività costituisce di certo un plus per studente ed azienda/ente ospitante, ma la formazione comporta naturalmente un costo. Le discussioni circa la reale utilità dell’esperienza scuola-lavoro figurano sin dalla sua introduzione: per alcuni si tratta di mero sfruttamento da parte delle grandi aziende senza alcuna tutela, regalando dunque loro lavoro semplice e non retribuito. Dall’altra molti educatori ritengono prepari gli studenti ad inserirsi presso un mercato del lavoro liquido per composizione, concreto per competenze e volatile per opportunità. Mentre nel Belpaese le scuole e gli Enti o aziende ospitanti siglano un protocollo di mutua collaborazione per l’impiego dello studente in attività professionali ed extracurriculari, negli USA le attività sono tristemente polarizzate a sopperire temporaneamente alla penuria di lavoratori nelle aree circostanti la scuola in modo tale da non favorire episodi di chiusura per mancanza di personale.
Gli studenti di New York guadagnano durante l’orario scolastico lavorando per il relativo distretto di riferimento per molteplici attività commerciali, enti ed associazioni. Fa parte degli sforzi del distretto per coprire i posti vacanti offrendo agli studenti la loro prima esperienza lavorativa in modo tale da poterli integrare nel mercato del lavoro prima possibile. Alcuni giovani e anziani non vanno solo a lezione, ma guadagnano anche denaro per le esigenze personali durante la giornata scolastica nei loro periodi liberi. Ciò è parte di un progetto iniziato due anni fa, quando la preside di un liceo locale, Amy Sykes, ha notato che c’erano alcune posizioni all’interno della scuola che dovevano essere occupate in determinati momenti della giornata, specie nei servizi di base ed assistenza. Una di queste era il supporto alla mensa per gli studenti elementari.
La preside ed alcuni studenti hanno rilasciato un’intervista dal quotidiano locale 7 News. “Poiché si tratta di un periodo di tempo limitato durante la giornata scolastica, stavamo lottando per trovare dipendenti in grado di inserirsi in quegli slot. Quindi, durante il brainstorming, uno dei pensieri che abbiamo avuto è stato quello di coinvolgere gli studenti e aiutarli a sviluppare alcune di quelle competenze trasversali e affidabilità per soddisfare nuovamente le esigenze del 21° secolo per gli studenti e anche garantire loro un po’ di soldi nelle loro tasche”, ha detto una dirigente scolastica.
Lo studente Cadey Wheat è uno di quei lavoratori di supporto in mensa che lavora cinque giorni alla settimana tenendo d’occhio i bambini delle elementari e le rispettive esigenze. “L’ho fatto l’anno scorso quando abbiamo avuto il programma, mi è piaciuto molto e ho fatto domanda di nuovo quest’anno, ma è solo una buona fonte di reddito per me perché non posso fare molto dopo lo sport”, ha dichiarato. Gli studenti possono anche fare domanda per lavorare come supporto di centri sportivi siti nelle vicinanze. Levi LaRue lavora lì e dice che data l’area rurale intorno alla scuola, non ci sono molte opportunità di lavoro per gli studenti.
Il nostro paese, a livello europeo, si è di recente contraddistinto per l’impiego “di una modalità didattica innovativa” responsabile dell’inserimento degli studenti, affiancati da imprese ed enti, presso il mercato del lavoro già dalle scuole superiori. L’alternanza in oggetto è stata però al centro di una bufera politica ed istituzionale legata alla sicurezza nei luoghi di tirocinio dove gli studenti fanno pratica. Il MIUR, in risposta alle accuse, ha promesso maggiori coperture e sicurezza a carico dell’INAIL; gli studenti, da come risulterà dal prossimo Consiglio dei Ministri in programma per il primo maggio, riceveranno la copertura assicurativa dell’INAIL alla pari dei lavoratori dipendenti della scuola. Come ha riportato La Tecnica in recenti articoli sul tema, sarà ampliata la tutela degli studenti per tutti gli eventi che si verificano all’interno dei luoghi di istruzione o nell’ambito delle attività programmate dalle scuole o degli istituti di istruzione.
Verranno così modificate le norme attualmente in vigore che prevedono la tutela dell’INAIL solamente per le attività tecnico-scientifiche nei laboratori o per le esercitazioni nelle palestre. Questo naturalmente in risposta all’incidenza del rischio nei luoghi di attività quali impianti sportivi, aziende, laboratori ed aree adibite ad altre attività extra-curriculari. I recenti eventi verificatisi a danno degli studenti nelle strutture in cui questi svolgevano attività di alternanza ha fatto luce sulle carenze assicurative a loro beneficio da garantire.
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