Il grave evento verificatosi la settimana corrente, dove un adolescente ha aperto il fuoco prima contro una familiare, uccidendolo e di seguito, dirifendosi verso il rispettivo istituto scolastico, sparando colpi di arma da fuoco conteo una massa indifesa di insegnanti e studenti, assassinandone ben 19, ha aperto un feroce dibattito pubblico circa le soluzioni alla problematica. Questa è destinata a mettere a rischio, in alcune aree caratterizzate da elevata criminalità a livello locale, l’erogazione della didattica in presenza e soprattutto in sicurezza. In alcune aree del paese (Mississippi, Texas, Arizona e Montana) tali eventi risultano più frequenti proporzionalmente alla circolazione ed alla detenzione di armi da fuoco ed alla tensione sociale accumulatasi di seguito a problematiche quali disoccupazione, degrado e povertà diffusa, con conseguente sviluppo di attività illegali quali spaccio di stupefacenti, contrabbando di materie prime e pratiche di estorsione. Tutto ciò delinea un quadro destinato ad esplodere, in cui alcuni individui non hanno la forza mentale necessaria a sostenere tali dinamiche, perdendo di fatto il controllo delle proprie azioni, anche commettendo crimini su larga scala. L’evento che ha coinvolto una scuola del Texas ha di fatto lacerato il tessuto sociale e riaperto il discorso pubblico fin alle più alte cariche istituzionali locali circa il mantenimento della sicurezza nelle scuole. Pubblicati inoltre i risultati di anni di studio circa la circolazione di armi e connesso tasso di mortalità tra adolescenti e studenti negli USA.
Per decenni, gli incidenti stradali sono stati la principale causa di morte per gli americani di età compresa tra 1 e 19 anni. Ma negli ultimi anni il divario tra morti per incidenti stradali e morti per armi da fuoco ha iniziato a ridursi costantemente. Nel 2020, la violenza armata ha superato gli incidenti stradali diventando la prima causa di morte per bambini e adolescenti statunitensi. I ricercatori dell’Università del Michigan hanno scoperto che mentre i decessi correlati alle armi da fuoco sono aumentati complessivamente del +13,5% tra il 2019 e il 2020, tra i bambini e gli adolescenti sono aumentati di uno sbalorditivo +30%, confermando la generale tendenza. Ma i pericoli che i giovani devono affrontare a causa delle armi da fuoco negli USA vanno ben oltre le sparatorie nelle scuole, che rappresentano solo una mera frazione di tutte le morti legate alle armi. Che si tratti della violenza armata che affrontano nei loro quartieri, o del suicidio o degli incidenti in casa quando le armi non vengono protette, la minaccia per gli adolescenti e gli adolescenti non è solo grave, ma sta peggiorando.
Per anni, i ricercatori dell’Università di San Francisco e della Harvard TH Chan School of Public Health hanno confrontato i tassi di mortalità per armi da fuoco negli Stati Uniti e in altri paesi popolosi e ad alto reddito, principalmente nazioni in Europa. Il loro studio più recente, che esamina i dati del 2015, rileva che gli Stati Uniti rappresentano la stragrande maggioranza delle morti per armi da fuoco tra gli adolescenti. Nei 29 paesi coinvolti nello studio, gli Stati Uniti hanno rappresentato quasi il 97% dei decessi per armi da fuoco tra i bambini di età pari o inferiore a 4 anni e il 92% dei decessi per armi da fuoco tra i 5 e i 14 anni. E nel tempo, gli Stati Uniti rappresentano una quota sempre maggiore di persone uccise con armi da fuoco nelle realtà analizzate. Il tasso di mortalità per arma da fuoco negli Stati Uniti è aumentato di quasi il +10% tra il 2003 e il 2015, anche se è diminuito in altri paesi ad alto reddito.
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