Il sistema scolastico statunitense, per la sua natura polifonica e poliedrica, si appoggia, utilizza e fruisce di strutture private, afferenti a vere e proprie imprese che s’impiegano nel mondo dell’educazione che cooperano attivamente con quelle pubbliche per offrire didattica a tutti, talvolta previo compenso, specie per le famiglie afferenti ai ceti maggiormente abbienti. Di certo, le programmazioni e le metodologie didattiche vengono discusse in seno ai singoli istituti o, se si tratta di congregazioni con fini didattico-religiosi, presso le istituzioni sovrastanti che legiferano in merito alle politiche educative da adottare. La Congregazione giudaica che presso New York e pertinenze gestisce centinaia di istituti, per via di finanziamenti illeciti e massicci e sistemi educativi non proprio compatibili con le disposizioni, è finita al centro di uno scandalo che fa scricchiolare il sistema di liberalizzazione dell’istruzione elementare con fine religioso.
Enclavi, sistemi educativi fallimentari, rigidità: il caso delle scuole giudaiche hasidiche
Presso lo Stato di New York, secondo un’analisi statistica risalente all’anno corrente, vivono più di 200.000 giudei hasidici, i quali minori frequentano scuole speciali finanziate attraverso fondi statali. Le lezioni sono erogate quotidianamente dalle ore 7.30 locali, salvo il sabato, giorno festivo giudaico per eccellenza celebrato in sinagoga e in famiglia. A tenere la didattica, spesso tradendo le disposizioni emesse dal Ministero e dal Provveditorato all’Istruzione della Contea, sono dei rabbini, i quali alimentano il senso familiare di appartenenza presso queste aree della città, in cui le inscrizioni dei negozi sono in yiddish. A scuola il docente, un rabbino, legge ad alta voce un testo religioso (in yiddish, ebraico o aramaico), con i ragazzi che seguono sui testi forniti, rispondendo ad altra voce e confrontandosi tra loro. La critica avanzata dalle associazioni di categoria è la totale assenza di cura ed istruzione per altre discipline, seppur cruciali: matematica, letteratura, storica ed arte. Così che i ragazzi escono dagli istituti senza capacità ed abilità cruciali e specifiche per inserirsi in società e nel mondo del lavoro.
Il buco nero dei finanziamenti: poco controllo e ingenti somme
Un sistema di fatto inefficiente può solo fare riferimento, per sopravvivere, a fondi erogati dalla Contea di New York, la quale dovrebbe anche occuparsi di condurre valutazioni sulla qualità didattica garantendo che, per ovvia sintesi, sia la medesima delle scuole statali e delle equivalenti private. Secondo un’indagine condotta dal New York Times, le yeshiva, in quanto scuole parte di associazioni religiose, non sono in condizioni di ricevere parte di quei 38 miliardi di dollari stanziati dal Provveditorato all’Istruzione ma, per norme statali che dovrebbero garantire il diritto allo studio le scuole in oggetto hanno più volte fatto mozione in seno alla Corte locale, prevalendo sul Ministero. Gli istituti locali hanno inoltre dato il consenso per effettuare test della preparazione di base (pare ai nostri INVALSI): il 98 % dei partecipanti non possiede le basi atte a lettura, scrittura e calcolo.