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Usa, salta l’aumento degli interessi sui prestiti per mantenersi gli studi

Gli studenti universitari iscritti ad un corsi di studi statunitense tirano un sospiro di sollievo. Anche se solo per un altro anno, sono infatti riusciti ad ottenere il mantenimento del tasso di interesse sui prestiti per coprire le spese dei loro studi (negli Usa mediamente molto più alti che in Italia): rimarrà al 3,4 per cento, scongiurando così il raddoppio delle imposte da restituire che sarebbe avvenuto in caso di mancata intesa. Sul piano – approvato dalla Camera con 373 voti favorevoli e 52 contrari e dal Senato con 74 voti contro 19, che dovrà ora essere firmato dal presidente degli Stati Uniti – nelle passate settimane si erano scagliate diverse associazioni studentesche e vari partiti.
L’aumento del tasso di interesse, tra l’altro, sembrava una vera beffa alla luce della notizia di pochi giorni fa sulle difficoltà crescenti di un’ampia fetta di studenti americani (addirittura uno ogni quattro) indebitati per tantissimi anni, proprio a causa dei prestiti concessi dallo Stato al fine di mantenersi gli studi, ma che per una serie di difficoltà, quasi sempre personali, non arrivano all’agognata laurea.
Anche per evitare il rischio di perdere consensi agli occhi dell’opinione pubblica, il Congresso americano ha dunque approvato, con accordo bipartisan, la misura di mantenere agli studenti il tradizionale tasso di interesse. Entrambi gli schieramenti politici erano d’accordo sulla necessità di un intervento per evitare l’aumento dei tassi, ma divergevano sulla modalità di finanziamento della manovra, creando un dibattito molto acceso a Washington. Anche perché il totale dei prestiti universitari ha oltrepassato l’anno scorso mille miliardi di dollari, superando del 16 per cento le previsioni della Federal Reserve di New York.

“L’accordo è la dimostrazione che quando i repubblicani decidono di collaborare con i democratici è possibile fare molto a favore dell’economia”, ha commentato Harry Reid, leader della maggioranza al Senato.

Alessandro Giuliani

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