Ha ricordato inoltre come la competizione “Race to the Top”, voluta da Obama ovvero il processo di distribuzione, sotto forma di gara, di miliardi di dollari agli Stati che avrebbero ottenuto i migliori risultati nel campo dell’istruzione ma seguendo gli standard federali per la valutazione dei risultati raggiunti, si sia rivelato un flop. Negli Stati Uniti, il sistema scolastico è di competenza dei singoli Stati e l’intervento federale arriva in genere sotto forma di contributi. Rispetto al No Child Left Behind (NCLB), voluto da Bush nel 2001 la cui valutazione per ottenere finanziamenti era affidata a criteri dei singoli Stati, il Race to the Top, assicurava il contributo agli Stati che utilizzavano gli standard federali e questo ovviamente ha favorito l’adesione al “Common Core State Standards”.
Insomma, per l’amministrazione Trump si profila una nuova riforma della scuola che a quanto pare annullerà completamente quella precedente anche se il Ministro dell’istruzione USA ha fornito pochi dettagli per sapere come sarà, fermo restando che dovrebbe essere completamente diversa dalle ultime di Bush e Obama, i quali pur appartenendo a diversi partiti e filosofie politiche non hanno ottenuto – a dire della Devos – buoni risultati e hanno lasciato gli studenti americani impreparati.
La Devos, ha citato i dati provenienti dal Programma per la valutazione internazionale degli studenti, meglio conosciuto come PISA, in cui si rileva che gli Stati Uniti si trovano al 23° posto nella lettura, al 25° nella scienza e al 40° in matematica, nonostante gli Usa spendano più per gli alunni della maggior parte degli altri paesi sviluppati, molti dei quali hanno risultati migliori nel PISA.
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