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Usa, zainetti trasparenti per scorgere le armi: anche in Italia per scoprire chi nasconde gli Smartphone?

Per combattere l’uso delle armi scuola, negli Stati Uniti arrivano le prime contromisure: gli zainetti degli alunni dovranno essere trasparenti. La curiosa decisione è stata presa dalla Marjory Stoneman Douglas, la scuola superiore di Parkland (Florida), dove si è verificata la strage del 14 febbraio perpetrata da un ex alunno, che ha causato almeno 17 vittime.

Studenti contrari: “non sarebbe più facile avere leggi più severe sulle armi?”

L’agenzia Ansa scrive che i dirigenti scolastici hanno informato le famiglie degli iscritti, offrendo uno zaino trasparente gratis a chi non ne è già in possesso. Il piano per rafforzare la sicurezza prevede inoltre metal detector, operatori con scanner portatili, ingressi presidiati per studenti e visitatori.

Diversi alunni, sembra che abbiano criticato l’idea degli zaini trasparenti, ritenendola poco efficace: “non sarebbe più facile avere leggi più severe sulle armi?”, ha twittato una studentessa.

È questa la richiesta al centro della marcia che, a leggere le stime, sabato porterà a Washington qualcosa come mezzo milione di giovani.

Utile anche a scoraggiare l’utilizzo nascosto dei dispositivi connessi ad internet e ai social

Senza entrare nel merito della diatriba in atto negli Stati Uniti, anche se effettivamente il modo per evitare di cedere armi anche in giovane età esiste e passa per il Parlamento, a pensarci bene l’idea dei zainetti trasparenti potrebbe essere importata anche in Italia: moltissime scuole, infatti, soprattutto secondarie di primo e secondo grado, debbono ogni giorno fare i conti con degli studenti riottosi a consegnare il telefono cellulare o lo Smartphone. In diversi casi, lo nascondono nello zaino, per poi recuperarlo nel corso delle lazioni, non appena si rendono conto che l’attenzione del docente scema o si rivolge interamente alla didattica.

Ciò avviene malgrado i divieti e i richiami che il corpo insegnante e i dirigenti scolastici continuano a mettere in atto, proprio per scoraggiare l’utilizzo nascosto dei dispositivi connessi ad internet e ai social. Ora, avere delle borse senza “segreti”, poiché trasparenti, servirebbe a captare proprio gli allievi più ostinati.

 

Alessandro Giuliani

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