Più di 150mila incidenti in un solo anno, 2.875 persone morte e 204.728 rimaste ferite: sono i terribili dati italiani resi pubblici il 20 novembre, nella Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada.
La sicurezza stradale resta uno dei maggiori problemi, soprattutto in previsione dell’obiettivo europeo di ridurre drasticamente il numero delle vittime entro il 2030, fino ad azzerarlo completamente entro il 2050.
L’aspetto positivo è che i nostri dati risultano “incoraggianti” se confrontati con il 2001: 20 anni fa furono 7.096 le vittime dei 263.100 incidenti in cui rimasero ferite 373.286 persone, dice la polizia di Stato, sottolineando che rispetto al 2001 “gli incidenti e soprattutto i morti si sono quasi dimezzati (quasi il 58% in meno di incidenti ed il 40% di morti in meno)”.
Secondo la polizia statale è il “segno che qualcosa sta cambiando in meglio”, perché si ravvisa “una maggiore e diffusa educazione stradale ed il rispetto per sé stessi e gli altri rappresentano i propulsori di una rinnovata cultura della sicurezza che, se adeguatamente alimentata e supportata, potrà sicuramente minimizzare al massimo i rischi sulla strada”.
Allo stesso tempo, la polizia ricorda quanto sia importante adottare in strada condotte consapevoli e corrette: distrazione, velocità elevata, mancato rispetto della distanza di sicurezza e della segnaletica stradale, sono solo alcuni dei tanti errori che si commettono quando si è al volante di una macchina, uno scooter o bicicletta.
E guidare un veicolo dopo aver bevuto alcolici o aver assunto droghe, oppure “chattare” mentre si guida o si attraversa la strada è estremamente pericoloso per sé e per chi si incrocia sul proprio percorso.
Mentre si è al volante, solo rispondere al telefono cellulare o lo smartphone, nota la polizia, fa distogliere lo sguardo dalla strada per un tempo variabile di alcuni secondi che, se si è alla guida di un veicolo, possono diventare fatali.
Basta dire che in autostrada bastano 3 secondi di distrazione per percorrere 108 metri – praticamente la lunghezza di un campo di calcio – senza guardare la strada.
Quella di utilizzare lo smartphone mentre si guida è una pratica purtroppo in crescita, malgrado l’inasprimento delle sanzioni e delle pene per chi infrange la regola e spesso causa incidenti.
In Italia sono in corso da tempo campagne di sensibilizzazione, con programmi educativi strutturati nelle scuole primarie a cui partecipa la polizia, che resta sempre anche al fianco delle vittime della strada e ai loro familiari grazie ad operatori.
Questi, sono opportunamente formati per fronteggiare situazioni particolarmente dolorose, e aiutano chi è sopravvissuto all’incidente o i familiari della persona deceduta a riprendere il controllo della propria vita e ad elaborare il lutto.
Della ricorrenza si è occupato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con una lettera aperta: “L’elevato numero di persone che perdono la vita o che rimangono gravemente ferite sulle nostre strade – ha scritto il Capo dello Stato – costituisce una sofferenza sociale inaccettabile. Le vittime del traffico stradale sono un prezzo che la comunità non può tollerare. In questa Giornata mi unisco nel ricordo delle vittime e dei feriti ed esprimo vicinanza ai loro familiari”.
Secondo il Presidente, “se si considerano le vite stroncate e le lesioni gravi riportate da ciclisti, pedoni, anziani, disabili, utenti vulnerabili della strada, emerge con chiarezza quanto sia prioritario rafforzare la sicurezza nella mobilità. Sono intollerabili inoltre i dati relativi alle vittime di incidenti con età inferiore ai diciotto anni. Per garantire l’integrità della vita è indispensabile una attenta e condivisa azione sinergica tra istituzioni, società civile e industria. Vanno perseguiti gli obiettivi previsti dal Quadro strategico dell’Unione europea”.
Per Mattarella occorre “rendere meno pericolose le nostre strade”, con “l’adozione di standard di sicurezza più esigenti per mezzi e infrastrutture e implica incentivare nuovi modelli di mobilità e la promozione di trasporti pubblici più diffusi ed efficienti nelle relazioni tra i territori. È evidente inoltre come sia di primaria importanza sviluppare al massimo la diffusione di una cultura della responsabilità di ogni conducente volta ad accrescere la consapevolezza dei rischi a cui ciascuno di noi è esposto e a cui espone la vita degli altri quando è alla guida di un veicolo».
Anche la premier, Giorgia Meloni, ha scritto in occasione della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada: “Come Presidente del Consiglio voglio garantire l’impegno del Governo affinché le strade italiane siano sempre più sicure”.
“Lo onoreremo con l’intensificazione dei controlli sui luoghi dove avviene il maggior numero di incidenti e con la promozione di una cultura della sicurezza e della responsabilità, lanciando tra l’altro una campagna di prevenzione su alcool e droga, causa di non pochi sinistri, nonché con interventi sulle infrastrutture e con il potenziamento dei sistemi di mobilità pubblica”, ha concluso la presidente del Consiglio.
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