Si spacca l’USB: escono molti docenti e Ata e creano un nuovo sindacato che si chiemerà Sindacato Generale di base.
Le tensioni all’interno dell’USB, sindacato di base presente soprattutto nel pubblico impiego (sanità, ministeri, università ed enti locali), sono durate per tutto il 2015 e adesso sono esplose in modo anche abbastanza clamoroso: un bel numero di docenti e Ata, alcuni dei quali con incarichi importanti a livello nazionale e regionale, ha scritto alla struttura centrale per rendere nota la decisione di uscire dal sindacato.
I dimissionari non sono teneri: “Nonostante i buoni risultati ottenuti anche in occasione delle elezioni delle RSU e nonostante l’aumento degli iscritti, ci siamo dovuti scontrare con un boicottaggio di fatto dell’attività sindacale”.
“Il banco di prova – spiegano – è stato lo sciopero del 24 aprile 2015 contro la “buona scuola” che ci ha visti protagonisti della nascita di un fronte alternativo ai sindacati tradizionali”.
Con episodi non propriamente edificanti, come quello di aver minacciato di non mettere a disposizione i pullman per consentire la partecipazione alla manifestazione nazionale svoltasi a Roma (e di averlo fatto solo dopo una estenuante “trattativa” interna).
La struttura nazionale – accusano i docenti e Ata che stanno restituendo la tessera – è tutta concentrata a tenere sotto controllo esperienze e iniziative non conformi al progetto politico complessivo che sarebbe ormai chiaramente quello di dare sostegno alla realizzazione dei progetti politici della Rete dei Comunisti.
Insomma, si ripresenterebbe nell’USB la vecchia logica del sindacato come “cinghia di trasmissione” del partito.
Il dissenso interno è diventato talmente forte che una dei responsabili di punta della scuola, Barbara Battista, è stata persino estromessa dall’Esecutivo nazionale.
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L’epilogo c’è stato a novembre quando si è trattato di decidere in che modo scioperare: se in modo isolato – come poi è accaduto il giorno 20 quando l’Usb proclamò lo sciopero del pubblico impiego – o se fare almeno il tentativo di mettere insieme tutte le sigle del sindacalismo di base per protestare contro la legge 107.
A leggere fra le righe sembra di capire che la struttura nazionale accusi la componente scuola di corporativismo.
“Noi che stiamo uscendo dal sindacato non siamo affatto corporativi – ci spiega Barbara Battista – anzi a novembre avremmo voluto una maggiore unità e avremmo voluto che il tema della scuola diventasse oggetto di dibattito e di protesta per tutte le categorie di lavoratori. Avevamo anche proposto che si proclamasse uno sciopero generale di tutto il lavoro pubblico e privato, ma non c’è stato nulla da fare. A questo punto, di fronte alla palese volontà della struttura nazionale di abbandonare il progetto politico da cui era nato l’USB non è rimasto altro da fare che uscire”.
E, fra coloro che stanno abbandonando l’USB, c’è già chi pensa ad un nuovo soggetto sindacale: si chiamerà SGB, Sindacato generale di base.
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