La tavola rotonda, dal titolo “La riforma Gelmini è al suo compimento: ruolo e responsabilità dei sindacati. Come ricostruire il movimento di lotta per la riconquista della scuola pubblica statale”, si è svolta il 12 aprile scorso ed è il primo di una serie di appuntamenti programmati dall’Usb sul tutto il territorio nazionale.
Per declinare questo difficile tema l’Usb Scuola Palermo ha invitato al confronto diversi sindacati (Cobas, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda, Orsa e Unicobas) e tutti i lavoratori mobilitati ed auto-organizzati sul territorio. L’invito è stato accolto favorevolmente solo da una parte degli interpellati. Sono intervenuti: Luigi Del Prete (responsabile Usb Scuola Palermo) Franco Tomasello (Segretario Regionale Unicobas Scuola Sicilia); Giacomo Russo (Coordinamento nazionale Precari Flc Cgil); Sandra Crisafulli (Presidente Cip Messina); Mariapia Labita (Coordinamento Precari Scuola Palermo); Barbara Evola (Precari della Scuola in Lotta).
A moderare la tavola rotonda è stato Agostino Aquilina, giornalista della nostra casa editrice. Dopo i saluti iniziali di Paolo Di Gaetano (segretario regionale dell’Usb Sicilia), l’introduzione di Luigi Del Prete, ha sottolineato come la mancata partecipazione di Cobas, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals ed Orsa ad un confronto pubblico, che mirava ad aprire un dibattito costruttivo sui contenuti e nei contenuti legati al ruolo dei sindacati in rapporto alla riforma Gelmini, sia il segno di una volontà di non superare la frammentazione delle lotte e di non confrontarsi con i lavoratori della scuola. Il dibattito ha preso le mosse dalla constatazione che “il futuro della scuola pubblica statale è tetro”, in quanto segnato da un progressivo processo di precarizzazione del lavoro e da una trasformazione globale del sistema di istruzione pubblica, anche attraverso l’applicazione della legge Brunetta che sta facendo aumentare progressivamente il potere discrezionale dei dirigenti scolastici, che introduce elementi di valutazione della professionalità docente ed avvia pericolosi processi di privatizzazione ed aziendalizzazione del rapporto di lavoro. Il confronto ha visto i coordinamenti precari soffermarsi con particolare attenzione sulla questione delle graduatorie ad esaurimento, esprimendo forte preoccupazione per l’orientamento del governo che vorrebbe bloccare la mobilità interprovinciale.
L’Usb scuola Palermo, per chiarire la propria posizione, ha lanciato il motto: “libertà di movimento per i migranti e i precari della scuola”, proprio per stigmatizzare le posizioni ondivaghe di tutti i sindacati concertativi che si sono espressi favorevolmente rispetto alla soluzione prospettata dal Miur. Ed ha altresì messo in rilievo l'”equilibrismo sindacale” operato dalla Flc Cgil, che ancora non si esprime chiaramente sulla questione “trasferimenti”, e propone una sub-graduatoria nazionale per il ruolo, che sembra essere in palese contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale che ha eliminato il “criterio” delle code. A tale proposito, l’Usb scuola Palermo, ha messo in luce come qualsiasi piano di assunzioni, determinerebbe una quasi totale concentrazione di immissioni in ruolo nel nord Italia, a causa dei tagli che hanno colpito e colpiranno le ragioni del meridione.
Dopo una serie di interventi dal pubblico, la tavola rotonda è stata chiusa da Barbara Battista dell’esecutivo nazionale dell’Usb, la quale, nel mettere in guardia sui processi di privatizzazione ed aziendalizzazione della scuola pubblica statale e per arginare la frammentazione delle lotte, ha lanciato una serie di proposte: ritirare tutti gli scioperi programmati per il mese di maggio; aprire una quattro giorni di “disobbedienza” dentro le scuole proprio nel periodo di somministrazione delle prove Invalsi; e rilanciare lo sciopero degli scrutini nel mese di giugno
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