A meno di clamorosi ripensamenti, salta il progetto di avvio di presentazione tradizionale del ddl sulla necessità di superare l’attuale obbligo da parte dei genitori di andare a prendere il figlio a scuola, anche se minore di 14 anni, o di delegare un’altra persona “fidata”.
La strada dell’approvazione del progetto di legge, infatti, è troppo lunga e si rischia di non farcela per marzo, quando dovrebbe giungere al capolinea la legislatura: “per questo sta sempre più prendendo piede l’ipotesi di un emendamento al collegato alla Finanziaria”, scrivono le agenzie di stampa. Certamente, non è escluso il ricorso al decreto, ma questa strada appare al momento quella più complessa.
La strada dell’emendamento è stata confermata anche dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, la mattina del 30 ottobre: “la cosa che si può, e si deve fare, è un emendamento, perché per un disegno di legge i tempi sarebbero un po’ troppo lunghi. Per far diventare norma primaria quando un genitore fa la liberatoria verso la scuola per consentire l’andata e ritorno da scuola a casa dei minori assumendosi quindi tutte le responsabilità che ne conseguono”.
Un intervento legislativo si è reso necessario dopo una recente sentenza della Cassazione, che aveva indicato la scuola tra i responsabili della morte di una ragazzino di 11 anni, investito da un autobus dopo che era uscito dall’edificio scolastico senza che qualcuno fosse andato a prenderlo. La proposta di legge depositata dalla deputata Pd Simona Malpezzi è molto semplice, consta di due soli articoli.
Cadrebbe, dunque, l’obbligo di andare a prendere gli studenti più piccoli a scuola (derivante da un’interpretazione estensiva dell’art.591 del codice penale, che configura il reato di ‘abbandono di minore’) dando ai genitori la facoltà di ‘liberare’ i figli senza violare nessuna normativa. La responsabilità, in questi casi, passerebbe totalmente nelle mani delle famiglie. Il secondo comma dell’articolo afferma che “L’autorizzazione esonera il personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza”.
L’Associazione nazionale piccoli comuni d’Italia, però, critica l’iniziativa: la presidente, Franca Biglio, in una lettera aperta, rivolta a Simona Malpezzi e alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, ricorda che “molti alunni si recano a scuola con gli scuolabus comunali e anche per gli autisti comunali vige l’obbligo di non lasciar scendere alle fermate gli alunni in mancanza dei parenti autorizzati alla loro presa in consegna”.
Per questo motivi, “l’esonero della responsabilità va esteso anche al personale comunale che svolge tale servizio”.
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