“Un programma per l’Italia per la crescita, la sicurezza, le famiglie e la piena occupazione”: questo il titolo dei dieci punti del programma del centrodestra messo a punto dal gruppo di lavoro della coalizione in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo.
Il documento verrà sottoposto nei prossimi giorni all’esame dei leader del centrodestra per l’approvazione finale e definitiva.
Tasse, Macchina dello Stato, Rapporto con l’Europa, Lotta alla povertà, Sicurezza, Giustizia, Famiglia, Scuola e università, Architettura dello Stato, Energia e innovazione.
Tralasciando gli altri nove punti, soffermiamoci sul documento relativo a “Scuola e Università”, che però si allaccia al punto che riguarda la “Famiglia”, a conclusione del quale si dice: “Difesa delle pari opportunità e tutela delle donne con riconoscimento pensionistico a favore delle madri. Obiettivo di piena occupazione per i giovani attraverso stage, lavoro e formazione.
Ma anche nell’università e nella sanità pubblica, più libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa e sanitaria,
incentivazione della competizione pubblico/privato a parità di standard,
abolizione di anomalie e storture della legge impropriamente detta “Buona scuola”,
piano di edilizia scolastica,
centralità del rapporto docente-studente nel processo formativo,
centralità del rapporto medico-paziente nel circuito dell’assistenza sanitaria,
sostegno all’aggiornamento e meritocrazia,
azzeramento progressivo del precariato,
rilancio dell’Università italiana per farla tornare piattaforma primaria della formazione.
Sostegno ed aiuto all’associazionismo sportivo quale strumento di crescita sociale.
Non ci pare di trovare nulla di diverso rispetto ai precedenti programmi politici del Centro destra sulla scuola, tranne l’accenno all’”abolizione di anomalie e storture della legge impropriamente detta “Buona scuola””, mentre per il resto si nota l’accenno alla questione dei vaccini e un più chiaro riferimento al famoso “costo standard”.
Consiste nel ricevere i finanziamenti pubblici sotto forma di un rimborso uguale per tutti sulla base della singola prestazione erogata. “Relativamente all’ambito scolastico si tratterebbe di identificare il parametro “costo standard di sostenibilità” per studente e impiegarlo come parametro di riferimento per il finanziamento della scuola statale e paritaria”.
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