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Uso dello smartphone e bambini. Cos’è la nomofobia?

La nomofobia, ovvero la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete, che crea una vera e propria dipendenza da cellulare, è uno dei pericoli dell’uso smodato dei dispositivi elettronici, che ha indotto un gruppo di deputati, tra cui l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, a depositare alla Camera una proposta di legge per regolamentare l’uso di smartphone e tablet da parte dei minori di 12 anni.

Il focus della proposta di legge, presentata il 15 marzo 2021, consisterebbe nel disporre precise limitazioni all’uso dei cellulari e dei tablet legate alle fasce di età dei bambini e nel vietare l’uso degli smartphone nelle scuole del primo ciclo.

Ecco l’introduzione della proposta di legge: Difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo del linguaggio, perdita della concentrazione, aggressività ingiustificata, alterazioni dell’umore, disturbi del sonno, dipendenza: sono solo alcuni degli effetti che eminenti studiosi hanno riscontrato dopo aver verificato le conseguenze che l’uso continuato di telefoni cellulari e di altri apparecchi radiomobili provocherebbe nei bambini e negli adolescenti.

In particolare – insistono i deputati nella proposta di legge – assolutamente deleteria è la tendenza di molti genitori che permettono ai propri figli minorenni di portare con sé a letto smartphone, videogiochi e tablet per- ché convinti che possano « conciliare » il sonno. Secondo gli esperti, questo comportamento deve essere evitato ad ogni costo poiché potrebbe addirittura causare ai bambini paura del buio, insonnia e incubi notturni, ottenendo così un risultato diametralmente opposto a quello che si vuole raggiungere.

L’uso eccessivo dei device elettronici – ammoniscono – può portare a una vera e propria dipendenza, come quella che gli studiosi, ormai da anni, hanno identificato con il termine di « nomofobia » o di « sindrome da disconnessione ». La nomofobia si riferisce alla paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile che una persona prova quando si accorge di non avere a disposizione il proprio telefono cellulare, una paura che può provocare effetti fisici collaterali simili a un attacco di panico, come sudorazione, vertigini, mancanza di respiro, tremori, nausea ed elevati stati di agitazione senza controllo.

La proposta di legge

Limitazioni per fasce d’età

Divieto assoluto fino ai 3 anni; al massimo un’ora al giorno dai 4 ai 6 anni; massimo tre ore dai 6 agli 8 anni; massimo quattro ore dai 9 ai 12 anni; obbligatorio il controllo dei genitori durante l’uso del dispositivo elettronico, con rischio di multe dai 300 ai 1500 euro per quei genitori che dovessero violare la disposizione (sebbene non sia ancora chiaro chi dovrebbe monitorare e come il rispetto della normativa).

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Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale, intervistato da Repubblica, commenta l’iniziativa di legge e spiega: “Oggi il 90% dei bambini fa un uso smodato dei tablet e degli smartphone, con tendenze in peggioramento negli ultimi anni.”

E invita i genitori a una maggiore presenza accanto ai figli durante l’uso dei cellulari da parte dei minori di 12 anni: “Siete voi che dovreste limitare l’uso degli smartphone e controllare i contenuti ai quali i bambini accedono. Per i bambini sotto i 10 anni il semplice uso rappresenta un abuso.”

Quindi passa in rassegna gli effetti negativi dell’uso del cellulare sui bambini, primi fra tutti i disturbi del sonno, i risvegli notturni, causati dalla luce emessa da questi dispositivi, che blocca la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il sonno. A ruota – spiega l’esperto – seguono i disturbi nutrizionali, i disturbi dell’attenzione, della socializzazione, aggressività ingiustificata, nonché maggiore indicidenza dei disturbi dello spettro autistico su soggetti già predisposti.

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Carla Virzì

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