È finita su un tavolo della Procura della Repubblica la contestazione dell’Anief per la decisione dell’Usr della Puglia, tramite una Circolare del 29 gennaio scorso, di sollevare dall’incarico alcune decine di docenti e Ata assunti nel 2011 con meno punti in graduatoria, per fare spazio ai colleghi vincitori dei ricorsi ai giudici del lavoro a seguito dell’accertato abuso dello Stato dei contratti a termine stipulati nei loro confronti (più di 36 mesi anche non continuativi).
Il sindacato degli educatori in formazione ha reso pubblico l’esposto-denuncia, inviato il 5 marzo, nel quale spiega che trattandosi di un “licenziamento senza giusta causa, la responsabilità erariale è del dirigente”. Pertanto, sempre secondo l’Anief, il vice-direttore dell’Usr Puglia, autore della Circolare, avrebbe “violato il c. 41 dell’art. 1 della legge 92 del 2012 e potrebbe pagare fino a 12 mensilità dell’ultima retribuzione di fatto”.
Insomma, per il sindacato autonomo fa acqua da tutte le parti la motivazione dell’Usr pugliese di dover “rispettare il divieto ad assumere personale con contratto a tempo indeterminato superando il contingente autorizzato annualmente dal MEF e dal Dipartimento della Funzione Pubblica”.
Questa la replica dell’Anief: “non è imputabile al dipendente né la mancata stipula del contratto a tempo indeterminato del ricorrente precario assunti per ordine del giudice a causa della condanna dell’abuso del contratto a termine in violazione della direttiva 1999/70/CE né è stata riscontrata alcuna sanzione disciplinare prevista dal decreto legislativo 150/2009. E la condotta del dirigente dell’amministrazione appare tanto più grave dopo la soccombenza in tribunale rispetto ai risarcimenti danni già disposti in sede di conversione del suddetto contratto, visto che a questi si andrebbero ad aggiungere nuovi risarcimenti per il dipendente licenziato senza alcuna giusta causa”.
Concludendo, “l’Anief invita il vice-direttore dell’USR Puglia a ritirare immediatamente la nota 775 del 29 gennaio 2013 prima di incorrere nelle stesse gravi sanzioni pecuniarie già comminate dalla Corte dei Conti – sezione giurisdizionale per il Lazio – a un sindaco colpevole di aver licenziato senza motivo un suo dipendente”.
Insomma, l’organizzazione sindacale guidata da Pacifico è stata di parola: il cosiddetto “metodo Marchionne” non può essere applicato alla pubblica amministrazione. E nemmeno possono essere messe in discussione le “sentenze passate in giudicato. Di cui la stessa Anief si è fatta storica promotrice. Sentenze che permettono, finalmente anche in Italia, al contrario di quello che vorrebbero i nostri governanti, di far assumere automaticamente in ruolo tutto il personale che ha svolto più di 36 mesi di servizio con contratti a tempo determinato”.
L’obiettivo è chiaro: mantenere in ruolo tutti gli assunti nel 2011. E far assumere tutti i ricorrenti vincitori del ricorso. L’ultima parola spetterà al tribunale. E alla Corte dei Conti. A meno che l’Usr Puglia torni sui suoi passi.