Categorie: Didattica

Utili o solo una distrazione collettiva?

Eppure, scrive Wired.it, in Italia sono molti gli esperimenti portati avanti sul fronte dell’innovazione della didattica, anche perché “la scuola è social per definizione, da sempre il luogo della socializzazione per eccellenza”.

Intanto fra le novità emerse durante “Scuola oggi e domani: evoluzione dell’apprendimento e dell’insegnamento tra tecnologia e nuovi scenari”, evento della seconda giornata della Social Media Week, c’è un singolare intervento del Vice Presidente del Centro Studi ImparaDigitale: “Nel 2010 ho messo gli iPad in mano ai miei studenti del liceo scientifico. Tutto è cominciato così e solo successivamente è nato il centro studi sulla didattica digitale: la tecnologia e i rapporti con gli editori, noi studiamo questo”. Studi che finora hanno dimostrato come la Regione Lombardia sia l’ente che ha investito di più sulla digitalizzazione delle scuole (27 milioni solo per i tablet agli studenti delle superiori). Ma anche, come sia necessario “sviluppare una didattica delle competenze, da insegnare poi agli studenti. Condividere, progettare, sviluppare, essere creativi sono gli imperativi che servono per diventare cittadini digitali. Non esisterà più lo studente passivo e il docente fermo dietro la cattedra”.

Crollerebbero pure, a detta degli sperimentatori, anche le classiche barriere tra chi un tempo deteneva le nozioni e chi aveva solo da apprenderle.
“Via i banchi, via le sedie, la mia classe è scomposta”, ha confermato la vicepresidente del centro studi, sottolineando anche come oltre 326 scuole in Lombardia abbiano ormai in dotazione un tablet.
“In terza elementare si spiegano gli strumenti dello storico: con un tablet si possono mostrare decine di foto da diverse posizioni, illustrando tutto meglio”, ha spiegato un dirigente scolastico, quasi a ribadire la portata innovativa dello strumento in sé, mentre si “dimezza il costo dei libri e si compra un tablet ai figli. Ai non abbienti ha pensato lo sponsor, per il resto lo strumento abbatte anche le differenze con i ragazzi diversamente abili. In classe sono tutti uguali”.

Un progetto, quello di “Libra”, che ricorda da vicino la realtà norvegese, come raccontato di recente dalla BBC: “Compiti e lezioni? Tutto passa attraverso il mio blog, da cui comunico con i miei studenti. Ognuno ha un tablet e il Wi-Fi messi a disposizione dalla scuola, fa i compiti e li pubblica sul suo personale blog”, ha spiegato alla tv inglese Ann Michaelsen, dicente della Sandvika High School di Oslo.
Niente libri di testo, ma largo a Skype, “grazie a cui la classe mette in piedi scambi didattici con scuole cinesi e sudamericane, senza trascurare Twitter, fonte d’ispirazione per le lezioni” e Facebook, da cui la prof dà aggiornamenti e istruzioni agli studenti ogni giorno da una pagina pubblica. La tecnologia, insomma, a servizio di quelle stesse aule che a volte sembrano territori di un pianeta lontano anni luce.

Pasquale Almirante

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