Nell’articolo Prove Invalsi, breve risposta al tifoso “ultras” il collega Vincenzo Pascuzzi chiede che sia fatta luce sull’utilità “pratica, concreta e operativa” dei risultati Invalsi. Provo a soddisfare la sua legittima richiesta.
Direi che ci sono almeno due piani da tenere presenti: quello istituzionale e normativo e quello più specificamente didattico.
A livello normativo l’Invalsi fa parte del sistema nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, disciplinato dal DPR 28 marzo 2013 n.80.
Le finalità dell’INVALSI sono principalmente quelle di predisporre e realizzare strumenti di misurazione degli apprendimenti e delle competenze degli studenti, di promuovere il miglioramento dei livelli di istruzione, contribuendo allo sviluppo e alla crescita del sistema di istruzione. Si tratta di un compito ben definito che ha un’utilità pratica, concreta e operativa di grande importanza, soprattutto da quando le istituzioni scolastiche hanno assunto un certo grado di autonomia amministrativa, didattica e organizzativa (che potrebbe anche essere destinata ad aumentare).
A livello più specificamente didattico, che interessa più da vicino il lavoro quotidiano degli insegnanti, i risultati delle prove Invalsi favoriscono attività di riflessione critica e acquisizione di consapevolezza, da parte degli insegnanti, sull’efficacia della propria azione didattica; inoltre possono aiutare ad acquisire informazioni sulla preparazione degli studenti, affiancando le valutazioni degli insegnanti, sicuramente più ricche, perché tengono conto anche di aspetti metacognitivi e non cognitivi, ma, inevitabilmente, meno precise.
Come ormai moltissimi docenti hanno compreso, le prove Invalsi possono essere utilizzate come uno strumento da utilizzare, insieme ai tanti altri disponibili, per riflettere criticamente sul proprio lavoro e per meglio valutare e quindi valorizzare gli studenti.
La responsabilità che abbiamo, in quanto insegnanti, di aiutare gli studenti ad acquisire conoscenze e competenze che consentano una partecipazione informata, consapevole e critica alle scelte della vita pubblica dovrebbero indurci a considerare con molta attenzione le risorse che le prove Invalsi possono metterci a disposizione, avvicinandoci a esse con spirito critico costruttivo, senza inutili e infantili posizioni preconcette.
Paola Domingo
La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia…
Si discute molto di educazione alla pace, ma nelle ultime settimane la cronaca ha fatto…
Anche oggi, come faccio da ormai molto tempo, mi è capitato di leggere un vostro…
Meno soldi per le armi, più finanziamenti per la scuola, la sanità e la lotta…
Il regista napoletano Paolo Sorrentino, che ha diretto il film "Parthenope", al momento nelle sale…
L'ascolto attivo a scuola è una pratica che incoraggia gli studenti a partecipare in modo…