Si avvicina la fatidica data del 24 maggio 2023, giorno in cui saranno resi pubblici gli esiti della mobilità docenti di ogni ordine e grado. C’è chi pensa già, pur ottenendo un trasferimento o un passaggio di ruolo o cattedra, alla fase delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2023. Per la mobilità annuale, ovvero le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, bisognerà attendere l’ultima decade di giugno o prima settimana di luglio per potere presentare la domanda di partecipazione.
Le regole devono ancora essere scritte
Il CCNI per la mobilità annuale, ovvero le regole per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, devono ancora essere scritte nel prossimo contratto collettivo nazionale integrativo sulle utilizzazioni 2023-2026. A partire già da domani 16 maggio si svolgerà il primo incontro tra il ministero dell’Istruzione e del Merito e le sigle sindacali per l’apertura delle trattative sul rinnovo del CCNI relativo agli anni scolastici 2023/24, 2024/25 e 2025/26. I tempi per arrivare ad un testo condiviso per la mobilità annuale del prossimo triennio, sono poco meno di un mese e le questioni da risolvere non sono certamente poche.
Docenti con vincolo per mobilità interprovinciale
I docenti che per le regole “non pattuite”, si trovano vincolati per avere ottenuto un traferimento o un passaggio in altra provincia, vorrebbero sapere se il loro vincolo triennale a permanere nella nuova scuola di titolarità può essere derogato almeno per le utilizzazioni e/o le assegnazioni provvisorie. Uno dei punti dolenti è l’affrontare il nodo previsto dall’art.58, comma 2, lettera f), secondo periodo, decreto-legge n. 73 del 25 maggio 2021, convertito con legge n. 106 del 23 luglio 2021. Tale norma, imposta nel CCNI mobilità 2023-2024 all’art.2, dispone il vincolo triennale di mobilità per tutti i docenti che dovessero ottenere un trasferimento o un passaggio di ruolo o cattedra in altra provincia rispetto alla provincia di titolarità a prescindere dalla tipologia di preferenza soddisfatta in sede di esito della domanda. Tutto questo per tutelare l’interesse degli studenti alla continuità didattica, infatti i docenti potrebbero presentare istanza volontaria di mobilità non prima di tre anni dalla precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta, qualora diversa da quella di precedente titolarità. Tali docenti adesso vorrebbero potere presentare istanza di utilizzazione e/o assegnazione provvisoria eludendo il blocco triennale di mobilità che li vedrebbe permanere per un triennio nella medesima scuola di titolarità raggiunta a partire dall’1 settembre 2023. Nella medesima posizione si troverebbero i docenti che già a partire dall’1 settembre 2022 hanno raggiunto, con trasferimento interprovinciale, la nuova sede di titolarità in altra provincia. Questi ultimi, grazie alla proroga del CCNI di mobilità annuale per il 2022-2023, hanno potuto presentare domanda di utilizzazione e/o assegnazione provvisoria, ma per il 2023/2024 si trovano condizionati alle nuove regole che ancora devono essere scritte ma che potrebbero imporre il vincolo alla permanenza nella sede di titolarità e non concedere nuovamente l’opportunità della partecipazione alle domande di utilizzazione e assegnazione provvisoria.
Neoassunti 2022-2023 in bilico
In bilico anche la posizione per i neoassunti 2022-2023 che hanno potuto fare la domanda di mobilità con riserva, poi convalidata per una proroga legislativa del vincolo triennale. Questi docenti potranno fare la domanda di utilizzazione o di assegnazione provvisoria? Anche per questi docenti ci sarà da lottare per consentire loro di potere presentare istanza di mobilità annuale.
CNNI mobilità annuale 2023-2026 una partita da giocare
Per i sindacati, dopo lo smacco del CCNI mobilità 2022-2025 trasformato in un atto unilaterale, c’è la possibilità di tornare a contrattare con il Ministero dell’Istruzione e del Merito sul nuovo contratto di mobilità annuale 2023-2026. Una partita tutta da giocare quella contrattuale, ma che non sarà affatto facile per le posizioni distanti del Ministero da quelle sindacali. La speranza dei sindacati è che almeno nelle regole della mobilità annuale ci sia una certa felssibilità per consentire alla maggior parte dei docenti di presentare l’istanza nonostante la rigidità dei limiti dei vincoli imposti per legge e che dovrebbero essere derogati per via contrattuale.