La ragazza va male a scuola, la famiglia decide di mandarla a fare ripetizioni da un membro della comunità religiosa di cui faceva parte: l’insegnante abusa di lei.
L’uomo avrebbe una cinquantina d’anni è di origine iraniana: per mesi, nel 2015, avrebbe approfittato della solitudine con la ragazzina.
È accaduto a Torino e, scrive l’Ansa, concluse le indagini della squadra mobile della polizia nei confronti dell’anziano insegnante, ora l’udienza preliminare è stata fissata per il 18 aprile.
La vicenda sarebbe stata tenuta sotto silenzio anche dalla famiglia, in quanto avvenuta nell’ambito di una comunità torinese dei Bahà’ì, una religione abramitica monoteistica nata in Persia, che conta 7 milioni di fedeli in duecento Paesi nel mondo, Italia compresa.
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La famiglia poi si è trasferita nel Biellese, dove una psicologa, avvicinata tramite la scuola, ha consigliato alla ragazzina di sporgere denuncia. Fino ad allora c’era stato il tentativo di risolvere la faccenda all’interno della comunità, per evitare di essere screditati: l’Assemblea nazionale aveva allontanato il docente, mentre ai genitori dell’adolescente erano stati offerti dei soldi in cambio del silenzio.
Il silenzio e l’assenza, per lunghi mesi, della denuncia, nonostante i fatti sembra fossero noti nella comunità, è costato anche l’accusa di favoreggiamento al custode della sede della comunità religiosa, in via Rondissone a Torino, dove si sarebbero dovute tenere le lezioni. Accusata di omessa denuncia pure una psicologa del gruppo, a cui la giovane vittima si era rivolta.
Anche lei, come il docente che le dava ripetizioni, ha tradito la giovane.
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