Ma se nessuno si dice d’accordo con la riduzione delle vacanze estive, perché negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di questa proposta? La domanda sorge spontanea. Difficilmente avremo però una risposta. Almeno fino al voto politico di fine febbraio. Dopo il coro di no, sarebbe un’uscire allo scoperto che comporterebbe troppi rischi d’immagine. Meglio attendere.
Per il momento, allora, godiamoci le ultime settimane di proclami. Con la scuola osannata. E considerata finalmente una risorsa.
“Prima di parlare di allungare o accorciare vacanze estive, teniamo le scuole aperte tutto il giorno per svolgere le attività didattiche”, scrive su twitter il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani,.
“Le scuole devono stare in piedi – aggiunge Bersani -. Per questo allentare patto stabilità sui Comuni per un grande piano di piccole opere locali”.
“Le scuole devono stare in piedi – aggiunge Bersani -. Per questo allentare patto stabilità sui Comuni per un grande piano di piccole opere locali”.
E Monti non è da meno. “La scuola è un tema di cui Scelta Civica si occupa molto, perchè è centrale per la società, l’economia, la crescita oltre che per la civiltà. Ma non so come sia nata la storia delle vacanze”, ha ribadito il premier uscente al Tg5.
Monti h voluto così chiudere la questione, specificando che la sua Scelta Civica non ha mai pensato ridurre le vacanze degli studenti. La “storia” del taglio delle vacanze scolastiche “non ho proprio capito come sia nata: di tagli sono stato costretto a farne tanti ma tagliare le vacanze non mi è mai passato per la mente”. E agli italiani nemmeno.