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Vacanze invernali e scuole chiuse, ecco dove

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In numerose realtà europee, dove l’osservanza delle ferie natalizie risulta ridotta in termini di giorni trascorsa in casa rispetto ad altre come l’Italia, le autorità scolastiche prevedono l’istituzione delle “ferie invernali” che consistono in un periodo di stop delle attività didattiche – in genere di un paio di settimane massimo – recuperate al termine dell’anno scolastico o attraverso l’anticipazione dell’apertura delle scuole per l’anno successivo. Tale tradizione, osservata in particolare nelle realtà nordiche e dell’Europa Orientale, in Asia e negli USA, è osservata nel periodo 25 gennaio – 15 febbraio, corrispondente alle giornate con le più basse temperature percepite durante tutto l’anno. In alcune realtà queste sono talmente rigide che impediscono agli studenti di recarsi in classe per via dell’impossibilità di praticare la guida in sicurezza. Non avendo ancora concepito, il secolo scorso, la Didattica A Distanza si è optato per concedere un periodo di pausa per la ripresa delle lezioni da metà febbraio, in corrispondenza della conclusione del quadrimestre o trimestre. Le Repubbliche Baltiche, la Polonia, Bielorussia, alcune aree della Federazione Russa, USA, Cina, paesi scandinavi osservano questa tradizione oramai secolare. Valutiamo nel dettaglio come e quali sono gli effetti diretti sull’organizzazione delle attività didattiche e sul calendario scolastico nel suo complesso. 

Il caso polacco: attività ricreative e chiusura dei plessi

Il 15 gennaio ha segnato l’inizio della pausa invernale per 1,4 milioni di bambini e adolescenti. Le vacanze copriranno complessivamente 4,8 milioni di studenti su 21.000 in tutto il Paese. C’è un database online sulle attività ricreative che possono essere sfruttate durante tale periodo da parte degli studenti completamente gratuite e ad accesso libero. Si tratta di una piattaforma creata dal Ministero dell’Istruzione Nazionale, dove è possibile trovare informazioni sui viaggi organizzati durante le vacanze invernali, nonché i dettagli sugli organizzatori, le date e i luoghi dei viaggi e il numero dei partecipanti. Fino al 12 gennaio di quest’anno, gli organizzatori hanno segnalato nel database online 5.421 eventi ricreativi. Ai campi invernali (colonie) parteciperanno oltre 93.000 studenti. I paesi più scelti per i viaggi all’estero sono Spagna, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Il Ministero ha inoltre creato vari portali per la sicurezza, tra i quali figurano: un sito ove verificare lo stato di revisione e manutenzione dei bus che porteranno gli studenti a destinazione, un’area dedicata ove registrare i propri spostamenti. E’ segnalato inoltre che, dall’Anno Scolastico 2003/2004 i periodi relativi allo stop delle attività didattiche cambiano ciclicamente sulla base di esigenze organizzative.

Resto del mondo 

Negli Stati Uniti il periodo di interruzione delle attività didattiche varia sensibilmente da stato a stato, ma in via di massima viene osservato tra la metà di febbraio e marzo. Lo stesso accade in Slovenia, ove le ferie sono suddivise in due tra il periodo natalizio e febbraio; in Turchia e Corea le ferie partono dall’ultima settimana di gennaio per terminare la prima di febbraio. In Danimarca sono preferite due settimane di febbraio, anche per permettere agli studenti di concludere il primo trimestre di lezioni. In Cina, per via della tradizione del relativo capodanno, sono previsti stop alla didattica tra il 2q gennaio ed il 20 febbraio. Per le comunità cristiane delle regioni si provvede alla riduzione delle stesse in funzione del Natale cattolico. Le giornate di lezione non evase si recuperano al termine dell’anno scolastico o all’inizio del successivo, oppure usufruendo dei sabati ove possibile. In Italia non figura in atto la tradizione delle vacanze o interruzioni invernali successive al Natale: il recupero dei giorni trascorsi a casa risulterebbe difficoltoso per via delle temperature elevate del mese di giugno per le quali risulta già impraticabile fare lezione. L’assenza di impianti di aria condizionata – nonostante le temperature medie in aumento – pregiudicano sensibilmente la pianificazione delle attività didattiche in seno all’intero anno scolastico.