Con l’inizio della terza decade di agosto, l’attenzione è già rivolta al nuovo anno scolastico e all’inizio delle lezioni. Per alcuni studenti e docenti, in effetti, alla prima campanella mancano appena due settimane.
In base ai calendari regionali, così come previsto dal decreto legislativo 112 del 31 marzo 1998, i primi a tornare in classe saranno, il 5 settembre, quelli della provincia di Bolzano. Qualche giorno dopo, lunedì 9 settembre, toccherà ad allievi ed insegnanti del Piemonte.
Due giorni dopo, si tornerà in classe in Veneto, Campania, Umbria e Basilicata; il giorno dopo, il 12 settembre, sarà la volta di Lombardia, Valle D’Aosta, Sicilia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia.
Lunedì 16 settembre primo giorno di scuola in Liguria, Emilia Romagna, Marche, Molise, Toscana, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Lazio.
Solo in Puglia è prevista la riapertura mercoledì 18 settembre.
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Ogni istituto, previa motivazione deliberata dal Collegio dei docenti e dal Consiglio d’Istituto, nonché comunicata alla Regione, può comunque avere previsto delle variazioni al calendario, fermo restando il monte minimo di giorno, la cui entità varia a seconda dell’articolazione settimanale delle lezioni: qualora si tratta di quella canonica, dal lunedì al sabato compreso, non si può scendere al di sotto dei 200 giorni di lezione annuale, come indicato nel comma 3 dell’art. 74 del decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994.
A questo proposito, vale la pena ricordare che l’Italia, assieme alla Danimarca, è il Paese in cui è previsto il maggior numero di giorni di scuola (appunto 200). In Europa ci sono Paesi, come l’Albania, dove per rendere regolare l’anno scolastico bastano 156 giorni. In circa la metà dei paesi l’anno scolastico conta 170/180 giorni; in 17, il numero varia tra 181 e 190 giorni.
In genere, però, in Europa l’inizio dell’anno scolastico non si concretizza molto dopo. Anzi, in ben 10 Paesi si torna sui banchi già ad agosto: ci sono delle zone, come alcuni Länder tedeschi, ma anche i Paesi Bassi, l’Inghilterra, il Galles e la Scozia, dove le vacanze estive vanno da sei a dodici settimane. Mentre in Italia si arriva a tredici.
Il problema dell’Italia, quindi, è che i giorni di vacanza risultano quasi tutti concentrati nel periodo più caldo dell’anno. Poi, durante i nove mesi di attività scolastica, gli stop si contano sulle dita e sono quasi tutti di pochi giorni (una condizione che bisognerebbe ricordare spesso a chi dice che i nostri docenti lavorano poco).
Mentre in Europa le vacanze vengono “spalmate” durante tutto l’anno: a Natale, ad esempio, in Germania sono addirittura tre le settimane di pausa.
Il problema, tuttavia, non è facilmente risolvibile: le scuole italiane, infatti, d’estate risultano impraticabili. E pensare di rientrare in classe a fine agosto, con le temperature ancora altissime, considerando le infrastrutture e la mancanza totale di climatizzatori, sarebbe un’ipotesi del tutto impraticabile.
L’unico modo per adeguarsi agli altri Paesi europei rimane quello di ridurre il monte minimo di giornate scolastiche. E per farlo occorre mettere mano alla legge in vigore.
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