Fa discutere parecchio l’intervento di Chiara Saraceno ripreso anche dalla nostra testata.
Moltissimi i commenti nella nostra pagina Facebook, in parte favorevoli alla proposta della nota sociologa e in parte molto critici.
Le critiche più puntuali riguardano il fatto che allo stato attuale non vi sarebbero evidenze scientifiche sulla utilità della vaccinazione per bambini e ragazzi con meno di 16 anni; anzi, molti sostengono che per i soggetti di questa fascia di età il vaccino sarebbe controindicato.
Del tutto d’accordo con Chiara Saraceno si dichiara invece il gruppo dei Partigiani della scuola pubblica.
Secondo i Partigiani “è assolutamente urgente e prioritario anticipare i tempi della campagna di vaccinazione nelle scuole, sempre nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”
Sempre secondo i PSP “la tabella di vaccinazione del Ministero della Salute, che prevede la vaccinazione dei docenti a marzo, è da rivedere. Per rientrare in sicurezza nelle scuole, bisogna vaccinare docenti e studenti, per raggiungere subito l’immunità di gregge colmare il gap formativo derivato dalla didattica a distanza”.
“La didattica a distanza – sostengono ancora – ha egregiamente assolto al suo compito in fase di emergenza, ma ha penalizzato i ragazzi sotto il profilo dell’integrazione, della relazione sociale e non ha escluso fenomeni di cheating. Può essere utilizzata a nostro avviso solo fino alla somministrazione volontaria del vaccino”.
“Arginare i focolai che partono dalle scuole, con una immediata campagna di vaccinazione – concludono i Partigiani – è dovere di ogni Stato civile e democratico”
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