Il 2021 si apre con diverse opportunità sul mondo della vaccinazione anti-Covid, con lo studio di un vaccino jolly. Ma rimangono ancora aperte le porte dei dubbi. A tal proposito si è espressa la genetista Alexandra Henrion-Caude, Direttrice dell’Unità di ricerca genetica ed epigenetica dell’Istituto francese di ricerca sanitaria e medica. Quest’ultima è intervenuta alla trasmissione francese TVLibertés, sollevando delle perplessità sul vaccino predisposto dalla Pfizer contro il Covid che non ha ancora superato la fase di sperimentazione. In Italia, il Cts sarebbe, invece, favorevole rendere la vaccinazione obbligatoria.
Sulla rivista Science sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto da scienziati del California Institute of Technology (Caltech) su un “vaccino jolly”, con il fine di contrastare tutte le varianti di coronavirus che, dagli animali, potrebbero fare il salto di specie all’uomo.
Questo nuovo “vaccino jolly” si baserebbe sull’uso di nanoparticelle a mosaico: iniettate nell’organismo, sono in grado di mostrare al sistema immunitario pezzi di proteine di otto diversi coronavirus. Al momento sono state sperimentate sui topi, inducendo la produzione di anticorpi ad ampio spettro, capaci di riconoscere e attaccare il Sars-CoV-2 e altri virus simili non presenti nel vaccino.
La dottoressa Alexandra Henrion-Caude, durante l’intervista alla trasmissione francese TVLibertés, ha ribadito di non essere contraria né ai vaccini Pfizer né all’RNA, ma essendo un’appassionata di RNA e avendo studiato tutta la letteratura in materia, afferma che c’è qualcosa di inconcepibile e che è una follia somministrarlo ad individui sani.
Per avvalorare la sua tesi, spiega così la genetista: “Tenuto conto della versatilità della molecola RNA, della sua capacità di interagire con una moltitudine di molecole, della capacità di suddividersi in piccole sequenze è capace di produrre una serie di conseguenze sull’organismo”.
E continua: “Per cui pensare di utilizzarlo su individui sani è una pura follia. Tra l’altro avevamo cercato nelle terapie VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) di utilizzare l’RNA e non ci siamo ancora riusciti. Quindi se non ci riusciamo sui malati farlo su una popolazione sana mi sembra una follia. Non è una follia in assoluto ma lo è allo stato attuale dopo 10 anni di ricerche e sperimentazione”.
Sul tema dell’obbligo vaccinale i pareri sono discordi ma un lungo coro di sì arriva dal mondo sanitario, politico e dagli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, che iniziano a incalzare circa la necessità di rendere il vaccino anti Covid obbligatorio, specie in settori nevralgici, quali sono gli ospedali, le residenze per anzioni, ma non solo.
Si è espresso in questo senso anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts). Ha infatti così dichiarato a “Il Messaggero”: “Medici, infermieri, personale sanitario: il vaccino anti Covid deve essere obbligatorio. Lo stesso deve valere per chi lavora nelle Residenze sanitarie, dobbiamo difendere gli anziani.”
E, sulle scuole, in particolare, afferma: “Io andrei anche oltre. Penso a tutte le strutture pubbliche, alle scuole, a chi lavora a contatto con molte persone. La via maestra è quella del convincimento. Ma in un ospedale non ci devono essere tentennamenti: se vuoi lavorare, devi vaccinarti.”
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