Nonostante che le norme siano piuttosto chiare, le polemiche (e la confusione) sulla questione dei vaccini obbligatori continuano a ritmo serrato.
Parliamo in particolare degli obblighi a carico dei docenti.
Secondo una versione che si sta diffondendo in rete anche gli insegnanti dovrebbe prima o poi mettersi in regola con le vaccinazioni obbligatorie.
In realtà la legge non lo prevede affatto.
Il comma 3-bis dell’articolo 3 del decreto legge 73 del 7 giugno scorso recita esattamente questo: “Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli operatori scolastici, sanitari e socio-sanitari presentano agli istituti scolastici e alle aziende sanitarie nei quali prestano servizio una dichiarazione, resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, comprovante la propria situazione vaccinale”.
In pratica entro il 16 di novembre tutto il personale della scuola (e non solo i docenti) dovrà dichiarare la propria situazione vaccinale. Si deve tener conto che nel caso in cui il dipendente non sia in possesso di dati certi può tranquillamente dichiarare di “non ricordare” senza che questo comporti particolari conseguenze.
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Un paio di nostri lettori ci segnalano che le loro segreterie scolastiche hanno spiegato che se si dichiara di “non ricordare” sarà necessario successivamente regolarizzare la propria posizione.
In realtà questa curiosa “interpretazione” non è suffragata da nessun elemento del testo di legge. E, in mancanza di una precisa disposizione normativa, a nessun docente potrà essere mai richiesto né di esibire il certificato delle vaccinazioni effettuate né, tantomeno, di sottoporsi alle vaccinazioni mancanti o delle quali non ha ricordo.
Quindi, dichiarare “non ricordo” è perfettamente legittimo e non conseguenze di nessun genere.
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