Crescono i casi di morbillo: nel mondo e anche in Italia. A dirlo è l’Unicef, in occasione della Settimana mondiale delle Vaccinazioni. Ebbene, riferisce l’organizzazione, nei primi tre mesi del 2019 sono stati registrati più di 110 mila casi di morbillo nel mondo, il 300% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Basterebbe poco
Eppure, basterebbero due dosi di vaccino contro il morbillo per proteggere i minori dalla malattia. Il problema è che, in media, riferisce ancora l’Unicef, tra il 2010 e il 2017, oltre 21 milioni di bambini all’anno non hanno ricevuto neanche la prima dose del vaccino.
Non è un problema solo dei Paesi più arretrati. Basta dire che gli Stati Uniti sono in cima alla classifica dei Paesi ad alto reddito con il maggior numero di bimbi che non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo: tra il 2010 e il 2017, più di 2,5 milioni di bambini rientrano in questo stato.
Per quanto riguarda i minori, ad inseguire gli Usa in questo triste primato Francia e Regno Unito con rispettivamente oltre 600.000 e 500.000 bambini non vaccinati nello stesso periodo.
L’Italia è al quinto posto con 435.000 bambini non vaccinati: dal 2013 al 2016 è stata registrata una diminuzione delle coperture vaccinali per diverse malattie prevenibili, che ha portato alla legge sull’obbligo approvata la scorsa estate dal Governo Gentiloni.
Secondo gli esperti dell’Istituto superiore della sanità, “l’Italia rimane uno dei 10 Paesi dove il morbillo è ancora endemico. Per interrompere la trasmissione endemica del morbillo nel nostro Paese, oltre ad aumentare le coperture vaccinali tra i bambini piccoli è necessario mettere in atto strategie e attività supplementari di vaccinazioni indirizzate alle fasce di età suscettibili, soprattutto giovani adulti nati a partire dalla fine degli anni Settanta”.
Nella settimana delle vaccinazioni che si celebra in tutto il mondo e si concluderà il 30 aprile, l’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Oms Europa, celebra gli ‘eroi delle vaccinazioni’ e sottolinea quanto “nonostante i progressi nelle coperture, tanto ci sia ancora da fare”.
Forse non è un caso che a Rimini il Comune abbia introdotto, nelle stesse ore in cui si divulgavano questi dati, una sanzione pecuniaria “da 25 euro a 500 euro, in via breve 50 euro” per ogni giorno in cui i genitori continueranno a portare all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia i propri piccoli non vaccinati.
Il 25 aprile il sindaco riminese, Andrea Gnassi, ha firmato una ordinanza contingibile e urgente con cui, oltre alla sanzione, “si dispone il divieto di accesso ai servizi educativi e alle scuole per l’infanzia comunali, privati e statali dei minori i cui genitori non abbiano presentato la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie per legge”. Il divieto, si legge in una nota dell’Amministrazione “decorre dalla data di pubblicazione dell’ordinanza e resta valido fino a quando i genitori non avranno adempiuto gli obblighi di legge” e l’ordinanza, viene sottolineato, è “valida a tutto il 30 giugno 2019, data di conclusione del calendario scolastico”.
Il giorno prima il Comune di Rimini, aveva segnalato dieci casi di inottemperanza alla Procura della Repubblica. (ANSA).
La norma approvata, spiega il Comune romagnolo, poggia sulla Legge Lorenzin e richiama sia il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 sia il Piano Regionale di Prevenzione Vaccinale 2017.
“Negli ultimi mesi – viene sottolineato – l’Amministrazione comunale, con diverse e successive comunicazioni, ha informato gli interessati circa la sussistenza degli obblighi normativi previsti, comunicando quindi le conseguenze derivanti dall’inadempimento. Ciò nonostante ad oggi risultano ancora situazioni di minori non in regola con gli obblighi vaccinali frequentanti i servizi educativi e scuole dell’infanzia del territorio”.
Stando così le cose, il Comune “ha ritenuto indispensabile adottare un’ordinanza contingibile e urgente al fine di garantire il rispetto del provvedimento di sospensione previsto dalla legge. L’inottemperanza all’ordinanza, valida a tutto il 30 giugno 2019, data di conclusione del calendario scolastico, prevede ai sensi dell’articolo 7 bis del D.Lgs. n. 267/2000, una sanzione pecuniaria determinata nei limiti di legge (da 25 euro a 500 euro, in via breve 50 euro) per ogni giorno di frequenza in violazione della sospensione”.
Sulla base dei dati forniti dall’Ausl della Romagna, “risulta ad oggi per il Distretto di Rimini una percentuale di copertura delle vaccinazioni che va dal 93,3% (per polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Hib), all’89,6% (per MPR – morbillo, parotite e rosolia)”.
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