Solo tre giorni l’ANP del Lazio assicurava che nella regione l’applicazione delle norme sugli obblighi vaccinali procede senza nessun problema.
Nella giornata del 15 marzo è arrivata invece una secca retromarcia che, per la verità, non riguarda l’intera area regionale ma solo l’ASL di Roma 6 che si estende nel territorio dei Castelli Romani.
L’ASL Roma 6 non rispetta gli accordi
Il caso è esploso quasi all’improvviso perché, secondo quanto si legge in un comunicato a firma del presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi, “soltanto l’altro ieri 13 marzo, tre giorni dopo la scadenza del 10, la ASL 6 di Roma ha chiesto la fattiva collaborazione dell’istituzione scolastica, competente per ambito territoriale, nell’invitare e sensibilizzare i genitori ad integrare l’autocertificazione con libretto vaccinale o certificato vaccinale entro il 20 marzo”.
“Tale richiesta – aggiunge Rusconi – è stata motivata dalla ASL con difficoltà tecniche/operative dell’anagrafe vaccinale informatizzata nell’accertamento degli adempimenti in materia vaccinale”.
“Peccato che – continua ancora il presidente Rusconi – tale richiesta rappresenti di fatto una modifica unilaterale di un preciso accordo stipulato tra le parti, senza neanche integrare il protocollo con uno specifico atto d’intesa con l’ufficio scolastico regionale”.
ANP: Le scuole ricevono ordini solo dal Miur
“Alla ASL in questione – sottolinea polemicamente Rusconi – sfugge il particolare, non completamente irrilevante, che le scuole ricevono esclusivamente disposizioni dal MIUR e dagli USR e non da altre amministrazioni”
“Anzi – conclude sempre Rusconi – invitiamo l’USR del Lazio a protestare vivamente con la regione Lazio sia per il mancato rispetto del protocollo d’intesa, sia con l’Assessore alla Sanità e il Presidente della Regione Lazio affinché impartiscano disposizioni chiare ed efficaci alle strutture da loro dipendenti. Paradossalmente, in un periodo di sburocratizzazione della Pubblica Amministrazione lo sport preferito da tutti resta quello dello scarica barile”.