Il 10 marzo scade il termine entro il quale i bambini degli asili nido e delle scuole dell’infanzia devono risultare in regola con le vaccinazioni obbligatorie per poter continuare a frequentare regolarmente.
Il decreto legge 72/2017 e le circolari applicative dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute non lasciano spazio a dubbi anche se in questi mesi, diverse regioni e anche alcuni Comuni importanti (per esempio Roma) hanno fornito alle proprie ASL indicazioni diverse.
La regola, comunque, riguarda solo la fascia di età 0-6 anni perché per la scuola primaria e per la secondaria prevale invece il diritto allo studio.
Per la verità, al momento attuale, si sa molto poco della esatta dimensione del fenomeno: si parla di qualche decina di migliaia di bambini sotto i sei anni non in regola con la documentazione, ma si tratta solo di una stima.
In Lombardia, per esempio, sarebbero poco meno di 20.000 i bambini da zero a sei anni che non hanno ancora fatto le vaccinazioni obbligatorie.
In Piemonte le ASL invieranno alle scuole gli elenchi dei bambini con la posizione vaccinale di ciascuno. A loro volta le scuole entro il 20 invieranno una comunicazione alle famiglie invitandole a mettersi in regola entro 10 giorni.
In Friuli Venezia Giulia le Aziende sanitarie avranno tempo fino al 10 maggio per restituire alle scuole gli elenchi dei bambini.
In Toscana più di 13mila bambini nella fascia 0-6 anni non sarebbero in regola e la Regione ha già stabilito che le famiglie saranno immediatamente avvertite e, se non regolarizzeranno la situazione entro giorni, non potranno più accedere al servizio.
In Emilia Romagna ci saranno ancora 45 giorni di tempo per mettersi in regola.
Piuttosto critica la situazione in Puglia e in Basilicata con alcune migliaia di bambini che ancora non sono stati vaccinati e per i quali potrebbe scattare il divieti di accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia.
Complessivamente, insomma, la situazione è molto variegata e bisognerà attendere fino a giugno per poter fare un bilancio su come la legge è stata applicata.
Sempre che il nuovo Governo non decida di introdurre modifiche significative alla legge attualmente in vigore.
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