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Vaccini 5-11 anni, atteso l’ok dell’Aifa. Dose inferiore rispetto agli adulti?

Arriverà tra oggi e domani il parere dell’Agenzia italiana del farmaco sulla vaccinazione dei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Dopo il parere favorevole dell’Ema (Agenzia europea del farmaco) serve quello dell’Aifa. Per questo la Commissione tecnico scientifica sarà impegnata in diverse riunioni con gli esperti chiamati ad esprimersi.

Un parere che sarà quasi certamente positivo dopo i pronunciamenti dell’Ema (il 25 novembre) e ancor prima dell’agenzia del farmaco statunitense. E proprio negli Stati Uniti le vaccinazioni alla fascia più giovane sono partite da mesi e proseguono spedite. Nessun obbligo ma milioni già gli adolescenti vaccinati.

Secondo il parere dell’Ema i benefici delle somministrazioni ai bambini 5-11 anni superano i rischi. La Commissione europea dovrà decidere sulla raccomandazione del Comitato per i medicinali a uso umano di somministrare una dose inferiore a quella dei soggetti di età pari o superiore ai 12 anni.  Le iniezioni vengono fatte a distanza di tre settimane l’una dall’altra.

Secondo uno studio dell’Ema la risposta immunitaria con una dose più bassa è paragonabile a una dose più alta in pazienti di età dai 16 ai 25 anni. Efficacia (90,7%) dimostrata dai 3 bambini che hanno sviluppato Covid rispetto ai 1305 vaccinati. Per quanto riguarda gli effetti indesiderati, sono simili a quelli riscontrati in fasce di età più alte, ovvero dolore al braccio, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e brividi. Effetti di solito lievi che tendono a migliorare entro pochi giorni.

Palù: “Farò vaccinare i miei nipotini”

Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù aveva dichiarato che entro pochi giorni sarebbe arrivato il pronunciamento dell’agenzia. “E quando ciò avverrà – affermava Palù – “farò vaccinare i miei nipotini, le dosi arriveranno forse a metà dicembre”.

Per sfatare i dubbi di chi teme che il vaccino anti Covid sui piccoli non sia consigliabile, chiariva: “Con la variante Delta è cambiata la situazione in età pediatrica. I dati americani e anche quelli dell’Iss ci dimostrano che il 30% dei casi li riguarda, e ci sono ricoveri. Chiederei ai genitori di farsi questa domanda: c’è più rischio con il vaccino o con il ricovero? Consiglierei di guardare le immagini di chi soffre di fame d’aria”.

Insomma, anche Giorgio Palù, come l’immunologa Antonella Viola, non ha dubbi circa la necessità che la campagna vaccinale prosegua anche per le catogorie 5-11 anni.

Daniele Di Frangia

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