Alla fine della settimana scorsa risulterebbe vaccinato meno di un terzo di tutto il personale scolastico: precisamente il 32,3%.
A questa stima, secondo quanto pubblica il Sole 24 Ore, si arriverebbe incrociando l’aggiornamento quotidiano dell’Agenzia del farmaco con gli organici della scuola. Un dato sempre incerto tuttavia, perché mancano, nel calcolo, i quasi 100mila docenti di sostegno in deroga, mentre non si sa se le Regioni abbiano o no incluso nelle loro statistiche anche il personale universitario o quello dei servizi educativi comunali.
In ogni caso la mappa delle vaccinazioni non è come di consueto uniforme per zone geografiche e territori: alcuni che hanno somministrato almeno una dose a più del 50% dei prof e altri ancora ferme a scarsissime percentuali.
Sempre secondo questo incrocio di dati, appare macroscopico lo sbalzo di percentuale fra Nord e Sud: praticamente ferme al palo Calabria e Sardegna, mentre insufficienti sarebbero Liguria, che fino allo scorso 5 marzo aveva vaccinato solo 156 addetti nelle scuole, pari allo 0,7% del totale, e Lombardia con 1.505, pari all’1 per cento.
Brave le Regioni: Toscana con il 68,5% di personale che ha ricevuto almeno la prima dose; Puglia col 62,2%; Umbria e Campania al di sopra del 50 per cento.
Alla base del ritardo, al di là delle scelte politico-sanitarie dei singoli governatori, ci sarebbe l’esclusione da molti piani vaccinali dei docenti fuori regione.
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