Il disagio che si sta creando sulla questione vaccini era facilmente prevedibile: lo sostiene Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas Scuola.
Secondo il sindacalista autonomo, “due settori pubblici ampiamente sotto-dimensionati dai tagli pesantissimi degli ultimi anni (ASL e Scuole) vengono investiti di ulteriori nuove incombenze. Le segreterie scolastiche, ridotte ai minimi termini per il personale e addirittura impossibilitate dalla legge a nominare supplenti, non sono in grado di smaltire ulteriore lavoro burocratico; e anche i presidi cominciano a dare forti segnali di insofferenza rispetto alle sempre maggiori incombenze a cui la legge via via li chiama, fino alle attuali responsabilità di sicurezza sanitaria (dal prossimo anno la composizione delle classi dovrà tenere conto anche della situazione vaccinale dei singoli studenti)”.
Per Bernocchi, sono “gravissime sia la preclusione dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia ai bambini e alle bambine “non ottemperanti”, sia la grottesca “sanatoria” per coloro che, pagando una multa di 500 euro, verrebbero esentati dalle vaccinazioni (miracoli italiani: pagata la multa, finisce il rischio di contagio), sia la stolida richiesta di autocertificazione avanzata ai soli operatori della scuola (docenti e ATA), come se fossero le uniche figure pubbliche che i ragazzi incontrano e frequentano. Autocertificazione che prevede la inopinata opzione “NON RICORDO” tra le risposte ammissibili”.
Il sindacalista si chiede, poi se “è possibile che solo i lavoratori della Scuola debbano avere questa incombenza, mentre tutti gli altri, anche quelli che nel loro quotidiano lavoro entrano in contatto con gli stessi studenti, possono evitare di dare prova della loro “idoneità vaccinale” al lavoro? E gli alunni che si vorrebbe escludere dalla scuola qualora non facessero i vaccini, non frequenterebbero poi cinema, palestre, piscine, campi sportivi, treni, ristoranti, locali pubblici? Dov’è la presunta razionalità scientifica cui tanto ci si appella?”.
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“Non è questione di entrare nel merito a livello sanitario, ma di valutare la violenza istituzionale con cui il Governo, il Parlamento, l’Amministrazione hanno deciso di operare, senza nessun pericolo evidente o imminente. Non sosteniamo affatto che tutte le vaccinazioni siano inutili, né che lo Stato non abbia, laddove sussistono le debite motivazioni, la possibilità e anzi il dovere di prevedere un obbligo di massa atto a salvaguardare la salute pubblica.
Questo in caso di epidemie in atto o di nuove malattie, che malauguratamente dovessero diffondersi per effetto della velocizzazione degli scambi, come avvenne cinquecento anni fa quando con raffreddore, morbillo, varicella noi europei sterminammo milioni di nativi americani privi di difese immunitarie. Ma allora i vaccini non c’erano”.
“Ora – continua Bernocchi – non ci sono evidenti epidemie in atto, e anzi l’unica “epidemia” sulla quale i mass media avevano già svolto una campagna martellante (la meningite), è stata prima inserita tra i vaccini obbligatori e poi cancellata. E ancora: in un paese come l’Italia nel quale la corruzione è endemica e ha raggiunto ormai proporzioni enormi, come possono i cittadini non temere che il ceto politico non sia succube degli interessi delle case farmaceutiche?”.
Il leader del Cobas Scuola non vuole “prendere posizione contro i vaccini tout court. Si tratta di esprimere contrarietà all’attuale provvedimento che anziché seguire una politica di informazione e persuasione, ha scelto una minacciosa via impositiva e repressiva. Diciamo NO ad un obbligo vaccinale imposto d’imperio, senza aver fornito esaurienti e convincenti spiegazioni sulla sua reale necessità e con minacce e punizioni e negazioni del diritto all’istruzione nei confronti di chi non ottempera; NO alla assurda autocertificazione degli operatori della scuola, e chiediamo il ritiro immediato della circolare MIUR del 16 agosto 2017; NO all’esclusione dalla scuola dell’infanzia delle bambine e dei bambini che non hanno “ottemperato”; NO alla trasformazione delle scuole in organo di indagine per la individuazione degli inadempienti”.
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