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Vaccini, colpo di scena: i genitori non devono più portare i certificati a scuola, ci penseranno le Asl

Colpo di scena, avrebbe detto Mike Bongiorno. Ad una manciata di giorni di quella che sino poche ore fa era considerata una scadenza perentoria, il 10 luglio, per la presentazione a scuola della certificazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie o la richiesta di vaccinazione alla propria Asl, come previsto dalla legge Lorenzin, cade l’obbligo di consegna per i genitori: il ministero della Salute e il Miur, con una comunicazione congiunta prodotta nel pomeriggio di sabato 6 luglio, hanno fatto sapere che , essendo stata attivata l’Anagrafe nazionale vaccinale, i genitori non hanno più l’obbligo di presentare la documentazione, perché il Sistema automatizzato fa dialogare Asl e istituti scolastici.

Più facile scoprire chi si è astenuto dall’obbligo

In pratica, grazie all’anagrafe vaccinale, cade l’obbligo di presentazione dei certificati a scuola da parte delle famiglie. Questo non significa che cadrà l’obbligo. Anzi, perché sarà più facile riscontrare le mancate vaccinazioni obbligatorie.

L’anagrafe nazionale è stata introdotta, con decreto ministeriale del 18 settembre scorso, dal ministro della Salute, Giulia Grillo: tutte le Regioni hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne le Province autonome di Trento e Bolzano che saranno presto a regime.

È bene sottolineare che le situazioni irregolari dei genitori che non hanno sottoposto i figli alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica verranno in pratica dalle Aziende sanitarie locali alle scuole, le quali provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori.

Le sanzioni rimangono

In tal caso, una volta ricevuta la comunicazione formale di mancata vaccinazione, i genitori avranno dieci giorni di tempo per portarli a scuola: qualora ciò non dovesse accadere, scatteranno le sanzioni. Queste, nel caso di bambini da 0 a 6 anni prevedono il divieto di accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia.

L’accesso in classe non sarà invece precluso per bambini e ragazzi nella fascia d’età da 6 a 16 anni.

Ma per tutti gli alunni, qualora i genitori dovessero rifiutarsi ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, scatteranno le sanzioni pecuniarie previste dalla legge.

Dopo i 16 anni, invece, sempre in base alla legge Lorenzin, non vi sono più obblighi.

I vaccini obbligatori e il testo in Parlamento

Ricordiamo che le vaccinazioni obbligatorie previste sono dieci: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.

La novità del controllo automatizzato sulle vaccinazioni effettuate arriva mentre il Parlamento si accinge a decidere sull’obbligo vaccinale cosiddetto ‘flessibile‘, con le vaccinazioni che resterebbero obbligatorie solo “in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo”.

Alessandro Giuliani

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