Nessuna espulsione dalla scuola: da settembre, i giovani tra i 6 e i 16 anni che non hanno effettuato i 12 vaccini obbligatori potranno comunque continuare a frequentare le lezioni.
Lo ha chiarito la ministra Valeria Fedeli, a colloquio il 30 maggio con il Corriere della Sera.
“Nella scuola dell’obbligo, da sei a sedici anni – ha detto Fedeli -, nessuno resta a casa, su questo punto non c’è alcun dubbio. Con questo decreto noi stiamo salvaguardando la comunità dei minori e non puoi non guardare con i loro occhi, non puoi lasciarli a casa, non puoi far scattare un obbligo mettendoli fuori dalla scuola. In mancanza di certificati, i dirigenti scolastici dovranno segnalare il caso alla Asl che se ne dovrà occupare. Se i genitori rifiutano di vaccinare i propri figli, la segnalazione andrà fatta al Tribunale dei Minori”.
“Ma i bambini dovranno andare a scuola: parliamo di scuola dell’obbligo, la tutela alla salute deve trovare un equilibrio con la tutela all’istruzione”, ha sottolineato la responsabile del Miur.
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All’osservazione che su questo c’è stato disaccordo con la ministra per la Salute Beatrice Lorenzin quando in Consiglio dei ministri ha proposto l’ampliamento dell’obbligatorietà da quattro a dodici vaccini, Fedeli replica: “La vera discussione non è stata sull’obbligo, ma sulle sanzioni, sul fatto che non debbano pagare i bambini. L’obiettivo resta aumentare le corti di copertura vaccinale dopo che è stato appurato che la percentuale negli anni è andata diminuendo, ma la scuola dell’obbligo va garantita. Nella fascia 0-6 anni, quella più a rischio, non si entra a scuola, ma dalla prima elementare i bambini dovranno essere comunque accettati in classe”.
E ancora: “se dobbiamo passare da quattro a dodici vaccini obbligatori, bisogna dire alle famiglie perché; bisogna informarle, far capire qual è l’obiettivo, cioè l’aumento della copertura vaccinale”. Perché “dalla Salute devono arrivare informazioni chiare”, ha concluso la ministra.
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