A cosa serve l’autocertificazione dei lavoratori della scuola sui vaccini obbligatori, se poi si dà loro la possibilità di dire ‘non ricordo’?
A chiederlo è stato il direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, rispondendo il 28 agosto ad una domanda nel corso della trasmissione radiofonica ‘Open Day’ su Radio Cusano.
“Non comprendiamo per quale motivo – ha detto il giornalista – si debba chiedere ad un milione di dipendenti della scuola di dichiarare se hanno fatto le vaccinazioni, magari 30 o 40 anni fa”.
È chiaro che essendo la maggior parte dei docenti e Ata italiani ultra 50enni, “qualcuno si rivolgerà alle Asl per sapere come stanno le cose. Molti, però, non ci penseranno due volte e riempiranno la casella ‘non ricordo’”.
“Quanto può essere utile realizzare un monitoraggio fatto in questo modo? Tra l’altro impegnando segreterie scolastiche già oberate di lavoro e con gli organici ridotti? Non sarebbe stato meglio, anche per gli alunni, coinvolgere direttamente gli ospedali e le Asl, chiedendo alle scuole solamente di inviare alle strutture sanitare locali i nominativi degli iscritti e del personale scolastico?”, ha detto ancora il direttore.
Nel corso della trasmissione si è quindi parlato di liceo breve (“riguarda pochi istituti”), di obbligo formativo (“una riforma che necessita di tempo e l’attuale Governo non ce l’ha”), di chiamata diretta (“il rifiuto di tanti presidi la dice lunga sull’accettazione del provvedimento introdotto con la Legge 107/15”) e dell’inizio dell’anno scolastico: secondo Giuliani “ci sono ancora da realizzare diverse utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, poi tutte le supplenze annuali, che dovrebbero essere 90mila. La ministra Fedeli ha accelerato i tempi, ma non tutte le nomine saranno probabilmente fatte per il 15 settembre come era stato promesso”.
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