Intervenuta a “L’aria che tira” su La7, la ministra della pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ha risposto su alcuni temi attuali, tra i quali quello del vaccino obbligatorio per il personale pubblico:
“Non sono una grande appassionata dell’obbligo, soprattutto nel campo vaccinale. Parlerei di forte raccomandazione, non di obbligo. In questo momento il Governo si è impegnato sul fronte della raccomandazione, ha un piano vaccinale. Non siamo di fronte a numeri che ci fanno pensare di dover imporre un obbligo per la vaccinazione. Nel momento in cui una persona si sente sicura della campagna vaccinale che porta avanti lo Stato, la raccomandazione sia il modo migliore per riuscire a far si che ci sia il raggiungimento dell’immunità di gregge”.
“Stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel coi vaccini. Ora che si ponga la discussione se porre l’obbligo oppure no, se porlo in materia contrattuale, come conditio sine qua non per l’assunzione, mi sembra di andare un po’ oltre quella che è la situazione attuale. In questo momento i numeri ci dicono che la raccomandazione sta raggiungendo un buon dato numerico rispetto alla vaccinazione, il piano c’è. Entro metà anno contiamo, come ha detto il ministro Speranza, di vaccinare la metà della popolazione. Da utente, è lo stesso discorso quando si parla di vaccinazione dei propri figli, è un fatto di fiducia reciproca verso lo Stato”.
“Non sono stata io a dire che lo smart working sarebbe stato un premio o una punizione nel caso in cui non si fossero raggiunti gli obiettivi con l’obbligo di rientrare in ufficio. Altrimenti si tratterebbe di un valzer su sé stesso, noi proveremmo a riorganizzare la pubblica amministrazione dicendo che se non hai raggiunto gli obiettivi devi tornare in ufficio. Per me non è così la questione, per me se una persona non lavora non deve tornare in ufficio, non deve proprio lavorare all’interno della pubblica amministrazione. Il lavoro agile è un modo diverso di organizzare il lavoro, funziona molto bene nel privato e con gli adattamenti giusti ha dato i suoi frutti anche nel pubblico. Credo che lavorare in maniera differente concentrandosi sul risultato, può far fare alla pubblica amministrazione quel passo in avanti”.
“Dobbiamo provare a sganciarci dall’ottica che lavorare significa solo attestare la presenza all’interno dell’ufficio. La pubblica amministrazione deve dare servizi agli utenti ma dobbiamo mettere le persone nelle condizioni ottimali per fornire un servizio ottimale“.
“Tanti servizi siamo riusciti a integrarli grazie alla digitalizzazione. Il prossimo passo entro il 28 febbraio è portare tutti i servizi nell’app Io, in modo che le persone possano pagare i bollettini, avere l’erogazione dei bonus ecc”.
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