Continuano le richieste e gli appelli al governo di confermare le vaccinazioni obbligatorie previste dal decreto Lorenzin e di rivedere il disegno di legge, annunciato dalla ministra della Salute Giulia Grilli, con cui l’esecutivo ha intenzione di introdurre l’obbligo “flessibile”.
A rimanere fermi contro la deviazione del governo giallo-verde sono diverse regioni.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, su Facebook scrive: per quanto riguarda le vaccinazioni, “l’organizzazione del sistema scolastico e del servizio sanitario non possono essere presi in ostaggio dal battibecco quotidiano. C’è una legge sui vaccini e quella andrebbe correttamente applicata. Ministra Grillo ascolti la comunità medica e dia un’informazione corretta e ordinata a famiglie e operatori, altrimenti è il caos”.
In effetti, i medici non sembrano avere dubbi. Dopo i pediatri, a parlare stavolta è stata la Federazione regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del Friuli Venezia Giulia, che si detta “assolutamente contraria alla proroga dell’obbligo di vaccinazione e metterà in atto tutte le azioni di informazione alla cittadinanza che riterrà utili per far comprendere meglio i vantaggi scientificamente dimostrati della vaccinazione e contrastare il fenomeno deviante e deviato delle fake news sul tema”.
Per i chirurghi e odontoiatri, quindi, decidere di prorogare di un anno la presentazione a scuola dei certificati di vaccinazione, sarebbe “un imperdonabile errore della politica governativa”.
I genitori, invece, sembrano meno compatti. A parlare, in questi giorni, sono però soprattutto quelli indignati per le decisioni prese dal governo. Dopo la bambina trevigiana immunodepressa, costretta sul finire dello scorso anno scolastico rimanere a casa per oltre un mese consecutivo perché nella classe erano presenti due fratelli no-vax, parlano i genitori di un’altra bambina, anch’essa facilmente esposta a virus e malattie in caso di avvicinamento a persone non vaccinate.
“Nostra figlia è stata sottoposta a un trapianto di fegato. Dopo l’intervento abbiamo visto una luce in fondo al tunnel. Ora però deve andare all’asilo: e tutti i suoi compagni devono essere vaccinati. Lo dicono i medici, non noi”, ha detto Roberta Amatelli e Rosario Gentile, i genitori della piccola Viola, oggi di tre anni, che all’età di otto mesi è stata operata per un problema congenito alle vie biliari.
“Per la bambina – spiega la coppia di Terruggia, in provincia di Alessandria – contrarre la varicella, il morbillo o la rosolia potrebbe essere fatale”.
Roberta è la prima firmataria di una petizione lanciata su change.org “Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare scuola”, per iniziativa di “un gruppo siamo un gruppo di mamme accomunate dallo stesso destino: le patologie al fegato dei nostri bambini”.
La petizione è rivolta al premier, al ministro della Salute e a tutti i parlamentari. “Servono certificati, non autocertificazioni – incalzano Roberta e Rosario -. Ci vuole la certezza. E’ bene che la politica ne parli, ma seriamente, senza scontri di fazione solo perché cambia il colore di chi governa. Anche il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale, infatti, potrebbe avere conseguenze serie. A pagarla non devono essere i nostri figli, soprattutto se malati”.
I genitori di Viola hanno l’appoggio del sindaco, Giovanni Bellistri: “Non posso che condividere le loro preoccupazioni – dice -. Ho scritto all’Asl e alla direzione scolastica, chiedendo che prendano una posizione. Attendo una risposta. Quella in cui mi trovo, dopo le decisioni romane è, certamente, una situazione che mette in imbarazzo, essendo in qualità di primo cittadino anche tutore della salute pubblica”.
Le pressioni delle associazioni e dei genitori continueranno anche nelle prossime settimane. E si concretizzeranno anche nel corso delle audizioni al decreto “milleproroghe” previste per i primi di settembre.
Sarà proprio tale decreto, infatti, a riaprire i lavori parlamentari dopo la pausa estiva: assegnato alle commissioni congiunte Affari Costituzionali-Bilancio, il provvedimento sarà al centro di una serie di audizioni quasi tutte incentrate proprio sul tema dei vaccini.
Le audizioni si svolgeranno martedì 4 settembre dalle 10.30 (il termine per la presentazione degli emendamenti, invece, è stato fissato per il giorno successivo, il 5 settembre alle ore 9).
In successione, spiegheranno l’opportunità di mantenere l’obbligo vaccinale, i rappresentanti dell’Istituto superiore di Sanità, poi della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, della Società italiana di pediatria.
Alle ore 12 sarà la volta della Federazione italiana dei medici di medicina generale e a seguire dell’Anp, l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, che nei giorni scorsi è entrata in rotta di collisione con la ministra della Salute.
Chiuderanno le audizioni, una delegazione dell’Anci, lAssociazione nazionale dei comuni italiani, e dell’Upi, l’Unione delle province d’Italia.
Poi sarà la volta del professor Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, del dottor Vittorio Demicheli,del professor Tom Jefferson, della dottoressa Stefania Salmaso, del dottor Eugenio Serravalle e del dottor Massimo Valsecchi.
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