Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale sull’obbligo dei vaccini prospettate nei ricorsi della Regione Veneto. A stabilirlo è stata la Corte Costituzionale, respingendo i ricorsi, al termine della Camera di Consiglio: secondo la quale le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale, spiegando anche che il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà dei vaccini si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali.
I ricorsi sottoposti alla Corte Costituzionale non mettevano in discussione l’efficacia dell’immunizzazione ma la loro obbligatorietà sospesa dal Veneto con una legge del 2007. Che aveva introdotto un sistema di prevenzione delle malattie infettive basato solo sulla persuasione.
Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, non nasconde il suo entusiasmo, in un’intervista a Il Messaggero: “I vaccini sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzione esistenti. Deve essere chiaro: il decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità. Il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà dei vaccini “si giustifica alla luce del contesto attuale” hanno spiegato i giudici.
“La storia recente ci dimostra che se si abbassa il livello di attenzione le vaccinazioni si riducono e tornano anche le malattie che erano scomparse. Il diritto è solo quello di tutelare tutti. Anche i bambini sotto i tre mesi ancora non protetti e quelli immunodepressi. Un diritto costituzionale alla salute”.
“I virus, come si sa, non hanno confini né bandiere. Viaggiano con estrema facilità, passano da bambino a bambino. E, come abbiamo visto negli ultimi tempi con il morbillo, anche tra gli adulti. Come si fa a ragionare in termini regionali davanti a simili dati di fatto? Per essere certi di tutelare i più piccoli dobbiamo arrivare all’immunità di gregge. Da Nord a Sud senza differenze”.
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