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Vaccini. Nota Aifa: plausibile che Johnson & Johnson causi rari casi di trombosi

Il 26 aprile non è solo il giorno del rientro in classe della maggior parte degli alunni del Paese, ma anche quello che segna un’ulteriore svolta sui vaccini. Oggi, infatti, i vaccini AstraZeneca e Moderna in Italia verranno distribuiti alle Regioni/Province autonome nel numero di oltre 360 mila dosi, precisamente circa 230 mila di Moderna e circa 130 mila di Vaxzevria (AstraZeneca). Lo comunica la struttura del commissario all’emergenza Covid Figliuolo.

Intanto oggi una nota Aifa conferma che anche il vaccino Johnson & Johnson è responsabile di rari casi di trombosi (si parla infatti di collegamento tra il vaccino e l’insorgenza di trombosi in
combinazione con trombocitopenia
), così come è stato stabilito anche per il vaccino AstraZeneca.

LA NOTA AIFA

Elementi chiave legati alle rare trombosi associate a Johnson & Johnson

  • Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnate da sanguinamento, è stata osservata molto raramente in seguito alla vaccinazione con COVID-19 Vaccine Janssen. Un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile.
  • Questi casi si sono verificati entro le prime tre settimane successive alla vaccinazione e prevalentemente in donne di età inferiore ai 60 anni.
  • In questa fase non sono stati identificati fattori di rischio specifici. 
  • Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia.
  • I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia, dopo la vaccinazione. 
  • La trombosi in combinazione con la trombocitopenia richiede una gestione clinica specializzata. Consultare le linee guida applicabili e/o specialisti (ad es. ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione clinica.

Vaccinazione scuola

Si avvicina il momento per le seconde dosi dei docenti e in generale di tutto il personale scolastico, che nei mesi scorsi si sono sottoposti al vaccino AstraZeneca e che nelle ultime settimane hanno dovuto fare i conti con i continui cambi di disposizioni del Governo Draghi ma anche dell’Ema e dell’Aifa sul fronte del vaccino che oggi è stato ribattezzato Vaxzevria. Ad oggi, chi avesse affettuato una prima dose con AstraZeneca è invitato a sottoporsi alla seconda dose con lo stesso vaccino. Ma non tutti sono convinti di seguire questa strada e qualcuno potrebbe decidere di fermarsi alla prima dose, che paraltro, rivela una buova capacità di protezione dal virus, tale da scongiurare gli effetti più gravi della malattia.

Sull’argomento, una Faq dell’Aifa offre un chiarimento.

Chi esegue la prima dose di vaccino Vaxzevria può fare la seconda con un altro vaccino anti Covid-19, qualora disponibile?

Non ci sono ancora dati sulla intercambiabilità tra diversi vaccini, per cui chi si sottopone alla vaccinazione della prima dose con il vaccino Vaxzevria, continuerà a utilizzare il medesimo vaccino anche per la seconda dose.

AstraZeneca in Inghilterra

Un problema che non preoccupa il Regno Unito. Da oggi, infatti, in Inghilterra, informa il Corriere della Sera, le persone di 44 anni saranno invitate a prenotarsi per la vaccinazione. Il servizio sanitario nazionale ha riferito che a ricevere l’invito saranno circa mezzo milione di 44enni. Per la prima volta la campagna di immunizzazione è estesa a un gruppo di un solo anno: in precedenza — infatti — il programma era stato suddiviso per fasce d’età.

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Redazione

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