Il 20 luglio il decreto legge sui vaccini ha incassato il via libera del Senato con 171 sì il. I no sono stati 63 e 19 gli astenuti.
Il provvedimento, in scadenza il 6 agosto, ora passa alla Camera dei Deputati.
Da parte dei componenti del Governo, sono giunte immediate parole di apprezzamento, ad inizare dal premier Paolo Gentiloni, che ha parlato di “passo avanti per la tutela della salute degli italiani”.
A difesa del provvedimento si è posta anche la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale ha detto all’Ansa che il “esce dal Senato cambiato, ma non esce depotenziato“.
Infatti, ha sottolineato, “resta l’obbligatorietà delle vaccinazioni, restano le sanzioni e si aggiunge un richiamo attivo nei confronti dei genitori. Quindi, l’obiettivo è assolutamente centrato”.
Nelle modifiche apportate al decreto dal Senato, ha spiegato Lorenzin, vi è la rimodulazione delle sanzioni per i genitori che non vaccinino i propri figli: “le sanzioni sono state ridotte perché considerate come puro elemento sanzionatorio invece che come forte deterrente. Tuttavia – ha detto Lorenzin – è stata introdotta una forte azione di richiamo nei confronti dei genitori, e le sanzioni in ogni caso rimangono, così come il criterio di distribuzione nelle classi che prevede la presenza di non più di due bambini non vaccinati a classe“.
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In ogni caso, ha quindi precisato il ministro, “il nostro obiettivo non era fare e dare sanzioni, ma arrivare ad informare correttamente le famiglie e arrivare a far crescere nel Paese la consapevolezza dell’importanza vaccinale”.
È vero, ha proseguito, che “le vaccinazioni obbligatorie passano da dodici a dieci, ma le due riguardanti la meningite diventano comunque fortemente raccomandate e prevedono una chiamata attiva nei confronti dei genitori“. “Bisogna – ha concluso – far prevalere la scienza contro la disinformazione”.
Ad essere “molto soddisfatta del voto di oggi al Senato sul cosiddetto ‘decreto vaccini'” è anche la ministra dell’Istruzione: “tiene insieme in maniera equilibrata due fondamentali diritti costituzionali, quello alla salute e quello all’istruzione. Si tratta di una norma di civiltà pensata ed elaborata a beneficio delle nuove generazioni”, ha detto la Fedeli.
Il testo passa adesso alla Camera. “Credo sia giusto – aggiunge la ministra – aver previsto anche una campagna informativa per le famiglie, le comunità e gli istituti scolastici e tutti i soggetti che sono parte di questo processo“. “È importante coinvolgere la cittadinanza, spiegare il perché di certe scelte, informare e motivare le decisioni che vengono prese e che incidono sulla quotidianità delle italiane e degli italiani”, ha concluso la titolare del Miur.
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