Sul richiamo del vaccino Pfizer ci sono due scuole di pensiero differenti. L’azienda farmaceutica statunitense mette in guardia, suggerendo di fare il richiamo dopo tre settimane: “Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni – spiega Valeria Marino, direttore medico di Pfizer-Italia a SkyTg24 – dati su un range più lungo non ne abbiamo, come Pfizer dico di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici, quindi la somministrazione a 21 giorni, perchè questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”.
C’è poi l’ipotesi della terza dose di vaccino. “Abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe non essere necessaria a meno che non intervengano eventuali varianti” afferma ancora Marino.
Sul richiamo non sembra d’accordo il presidente del consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli. “L’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione e ci permette di somministrare molte più dosi di vaccino – ha spiegato Locatelli ad ‘Agorà’ – affermazioni come quelle di Pfizer creano sconcerto e sarebbero da evitare”.
Sulla vaccinazione agli studenti l’Italia, come spieghiamo in un altro articolo, attende l’ok dell’Ema e dell’Aifa, ma spera di poter partire dal 1° luglio. Locatelli ha sottolineato come sia importante estendere anche all’età adolescenziale per ridurre la circolazione virale.
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