Record d’adesioni al numero verde 1500, voluto dal ministero della Salute per chiarire i dubbi dei cittadini sul decreto che introduce l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola.
Nel corso della prima giornata, sono arrivate oltre 160 telefonate l’ora, per un totale di 1.000 chiamate in sei ore, ricevute dalle 10 alle 16.
La maggior parte delle telefonate riguardavano richieste di informazioni. Le richieste di chiarimenti hanno riguardato il calendario vaccinale, obblighi per l’iscrizione scolastica, controindicazioni alla vaccinazione, rischi relativi alla co-somministrazione di vaccini e sanzioni.
A rispondere alle telefonate sono stati operatori, dirigenti medici del ministero e personale tecnico. Si sono rivolti al numero di pubblica utilità prevalentemente genitori, operatori sanitari, dirigenti scolastici e medici.
Ma non sono mancate le proteste. Ma ci sono state anche, spiega la responsabile scientifica del servizio Stefania Iannazzo, “una quindicina di telefonate di critica: persone che contestavano il decreto o il numero di vaccinazioni. Alcuni non hanno accettato neppure il confronto e hanno interrotto la comunicazione”. Intanto, non si placano le polemiche.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha auspicato – scrive l’Ansa – che il presidente del Veneto Luca Zaia “ci ripensi”, riferendosi alla decisione di impugnare il decreto davanti alla Consulta: “Vorrei chiamare alla riflessione la regione Veneto così come le altre, se ci fossero, su questo tema. Il decreto è dato dall’urgenza e dalla necessità che abbiamo – ha detto – di riportare in brevissimo tempo i dati di immunizzazione di massa in Italia sopra il 95%. Il Veneto non è messo bene e forse ha bisogno più di altri di questo decreto”.
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Immediata è stata la replica del governatore veneto: “Il ministro non ha affatto bisogno del consenso del Veneto, ha una maggioranza in Parlamento, si faccia convertire in legge il decreto indipendentemente dal nostro ricorso. Si accerti però prima di avere il consenso di tutti i parlamentari”, ha detto Zaia.
Con lui si è schierato il governatore della Lombardia Maroni, che è anche dello stesso schieramento partitico (Lega Nord) che si dice “disponibile a sostenere il Veneto, la Liguria e chiunque vorrà nella conferenza Stato-Regioni per convocare il ministro Lorenzin in pendenza del ricorso per modificare il decreto soprattutto per quanto riguarda le sanzioni. Chiederemo – annuncia – di modificare il decreto togliendo queste assurde sanzioni”.
Pure Nerina Dirindin (Mdp), di Sinistra italiana, ha però definito il decreto “inadeguato allo scopo” ed ha presentato un ddl in materia di malattie infettive prevenibili che non prevede obblighi ma più informazione.
Anche alcune Regioni si stanno organizzando contro il decreto: in Puglia, un comitato di cittadini ha manifestato sotto la sede del Consiglio regionale chiedendo che la giunta lo impugni; il Consiglio è stato sospeso per la mancanza del numero legale durante la votazione di un Ordine del giorno sul rinvio in commissione della proposta di legge regionale che contiene disposizioni per gli obblighi di vaccinazione.
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