A che punto è la campagna vaccini del mondo della scuola? Il portale del Ministero della Salute (aggiornato al 4 marzo 2021, ore 11:30) ci informa che sono 246.011 i vaccini somministrati tra docenti, dirigenti e personale Ata, cui viene destinato il vaccino AstraZeneca.
Da quanto emerge, rispetto all’ultimo report della Tecnica della Scuola restano praticamente ferme, attorno alle 100 somministrazioni, la Liguria, l’Emilia Romagna, la Sardegna, la Calabria, la Basilicata. Accelerazione nelle Marche, che arrivano a 1657 vaccini, e in Umbria (4.483), raddoppio in Sicilia, che supera i 20 mila vaccini, volano la Puglia (35.376), la Toscana (34.506) e, in cima a tutte le altre, la Campania (52.851).
Vaccini pronti per il personale della scuola ma non si sa come prendere i permessi per farli. Non ci sono precedenti normativi. Va trovata una soluzione veloce, si legge nel comunicato di Uil scuola. La proposta: muoversi in analogia con le misure previste per la vaccinazione antitetanica.
In diverse regioni sono iniziate le prenotazioni per la somministrazione del vaccino anti Covid per il personale docente e Ata, in alcune si è già alla prima fase di somministrazione. L’adesione, che è volontaria, riguarda tutto il personale in servizio, di ruolo e supplente, nel corrente anno scolastico. Ne diamo conto in un articolo precedente.
In molti casi la somministrazione del vaccino avviene in orario di servizio e per il personale non è stato al momento previsto un permesso speciale o ad hoc che consenta di essere giustificati dall’assenza per il tempo necessario alla somministrazione – mette in evidenza Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale della Uil Scuola.
Spiega D’Aprile: “Il personale è costretto a ricorrere agli istituti giuridici previsti dal contratto del 2006 e del 2016. Questo significa però – ad esempio – che per i supplenti potrebbe configurarsi anche come interruzione dell’anzianità di servizio.”
“Si potrebbe anche considerare tale vaccinazione al pari di quella obbligatoria antitetanica.” Infatti, ci ricorda il sindacalista, i lavoratori dipendenti hanno diritto ad allontanarsi dal servizio, per sottoporsi alla vaccinazione antitetanica, ove debbano farlo durante le ore lavorative [DPR n. 1301/65 all’art. 6].
Quanto alle varianti, quella inglese è diventata prevalente nel Paese, come da resoconto dell’Istituto Superiore di Sanità.
In Italia al 18 febbraio scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 54,0%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre per quella ‘brasiliana’ era del 4,3% (0%-36,2%) e per la ‘sudafricana’ dello 0,4% (0%-2,9%). La stima viene dalla nuova ‘flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 17 febbraio. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/PPAA e complessivamente 101 laboratori, e sono stati effettuati 1296 sequenziamenti.
Queste le principali riflessioni emerse dalla survey.
Report dell’Iss sulle varianti questo LINK.
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