Il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, avverte: “La variante Delta” del Coronavirus “può infettare anche i vaccinati e aumenta così la frazione degli asintomatici; in quelli che hanno fatto una singola dose può creare malattia grave; in quelli che hanno fatto due dosi, se hanno superato i 7-8 mesi dalla vaccinazione e sono persone fragili e anziane, può causare malattia grave”.
La variante Delta, insomma, preoccupa. Una preoccupazione che va a investire, nel caso del mondo della scuola, tutti quei docenti che a febbraio hanno effettuato la prima dose di AstraZeneca ma che magari, per le vicende controverse legate allo stesso vaccino anglo-svedese, poi avessero scelto di non rinnovare la vaccinazione. In generale, ad ogni modo, completare il ciclo vaccinale è quanto mai necessario in questa fase dell’epidemia, per scongiurare effetti pericolosi, da ospedalizzazione.
Terza dose di vaccino per i fragili
“Per questo per i fragili – continua il virologo – andrebbe valutata l’opportunità della terza dose di vaccino Covid-19“.
Anche in questo caso, il problema tocca anche il mondo della scuola. I docenti cosiddetti fragili, infatti, che hanno ricevuto la prima dose di vaccino tra i primi nel nostro Paese, già a gennaio o a febbraio, nel mese di ottobre, proprio in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, potrebbero trovarsi a rischio, secondo quanto argomenta il virologo.
Un dibattito acceso da alcuni dati diffusi da Pfizer in relazione proprio alla variante Delta, secondo cui il terzo richiamo aumenterebbe i livelli di anticorpi neutralizzanti. La terza dose è un’opzione verso la quale sembrerebbe avviarsi Israele, al vaglio anche in altri Paesi, Italia compresa. “Vanno visti i dati”, ribadisce l’esperto.
Tracciamento
Andrea Crisanti poi torna sulla questione del tracciamento, che, peraltro, paradossalmente il Cts non reputa necessario nelle scuole, come abbiamo riferito, scelta che viene ribadita anche nella bozza del Piano scuola.
“In Inghilterra fanno un milione di tamponi al giorno – chiarisce il micro biologo – e hanno un sistema di App che in qualche modo funziona, perché ogni giorno mettono in quarantena quasi mezzo milione di persone. E questo sta aiutando a contenere. E’ una strategia che funziona, lo sto dicendo da un anno”.
“Da sole le vaccinazioni non bastano – ribadisce – tanto è vero che in Gb sono arrivati a 40mila casi” al giorno. “Ora sono scesi perché, da un lato, non ci sono più le scuole e gli Europei sono finiti, quindi si sono ridotte anche le occasioni di aggregazione. Ma quello che è entrato in campo in particolare è stato il sistema di tracciamento che hanno”, insiste.