Perché si carica la scuola di altre incombenze, anche quando non sono sue come accaduto con le vaccinazioni obbligatorie?
A chiederlo sono alcuni sindacati della scuola, per i quali sarebbe stato più opportuno che i controlli fossero stati direttamente gestiti dalle Aziende sanitarie locali.
“È inutile aprire tavoli sulla semplificazione – sostiene Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola – se poi si continuano a caricare altri compiti sulle scuole, oltretutto legati a competenze rientranti nell’ambito sanitario più che in quello dell’istruzione”.
“Sui vaccini – continua la sindacalista – andrebbe trovata una soluzione, che semplifichi il compito per tutti, mi pare che quella prospettata dal presidente dell’ANCI Antonio Decaro, di trasmettere alle ASL gli elenchi degli alunni iscritti riservando all’autorità sanitaria i relativi controlli, sia di assoluto buon senso e credo debba essere presa nella giusta considerazione. Certo occorre fare presto, perché i tempi sono stretti e occorre dunque che le decisioni necessarie siano assunte molto velocemente”.
Gissi ricorda che l’impegno da assolvere, che alla fine ha coinvolto anche il personale scolastico, si aggiunge ai tanti altri che gravano sulle scuole: “Si avvicina l’apertura del nuovo anno scolastico e – dice la leader della Cisl Scuola – il rischio è di un notevole disagio per famiglie e scuole: per la produzione in tempi diversi di autocertificazioni e certificazioni, che andranno peraltro controllate e verificate, non si sa con quali competenze da parte del personale scolastico. Dirigenti e uffici di segreteria si sono già sobbarcati nei mesi estivi notevoli incombenze e l’inizio di un nuovo anno scolastico rappresenta da sempre un momento particolarmente impegnativo”.
“Proprio per non favorire l’insorgere di ulteriori polemiche sarebbe quanto mai opportuno semplificare al massimo gli adempimenti derivanti dalla normativa e le procedure di verifica sul rispetto degli obblighi relativi alle vaccinazioni”.
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Insomma, per il sindacato Confederale il punto è uno: visto che i dati sulle vaccinazioni devono essere girati e verificati dalle Asl, allora tanto valeva che se ne occupassero loro.
Del tema vaccini obbligatori, si è occupato anche l’Anief: per il sindacato siciliano, “attraverso le due circolari esplicative si è riusciti nell’impresa di fare peggio della norma-madre: sono state imposte rigide disposizioni, che precludono la possibilità di far frequentare la scuola agli alunni fino a 6 anni non in regola, minando il diritto allo studio previsto dalla Costituzione italiana, e si conferisce ai presidi una responsabilità, con tutte le incombenze che comporta, che per ovvi motivi non può essere a carico dell’istruzione pubblica ma rimane di carattere puramente medico-sanitario”.
Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal), “serviva un dibattito e un adeguato confronto con le parti sociali, inoltre lo Stato si è spinto oltre le proprie competenze dimenticando di attivare un adeguato raccordo con la scuola. Il nostro studio legale sta approfondendo i contenuti delle circolari applicative del decreto, per verificare se vi sono i presupposti giuridici per bloccarne gli effetti pratici, anche ricorrendo contro lo stesso decreto”.
“La scuola non può continuare a fungere da ‘imbuto’ dove infilare i problemi sociali. Perché, ad esempio, non si è previsto lo stesso obbligo per tutti coloro che fanno una visita o si ricoverano in ospedale? In altri luoghi di affollamento, se i vaccini sono così rilevanti per la salute pubblica, per quali motivi – conclude il sindacalista – non è stato adottato lo stesso criterio di indispensabilità delle certificazioni per l’accesso?”.
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