Come abbiamo visto in precedenza, la Nota 467 del 27.02.2018. prevede l’adempimento degli obblighi vaccinali per i minori di 16 anni.
Lo scorso 5 marzo anche le organizzazioni sindacali sono state convocate al Miur per discutere del tema, che aveva visto i sindacati, come la Cisl Scuola, chiedere dei tempi più distesi per gli adempimenti.
Tempi stretti
Infatti, come riporta il sindacato guidato da Lena Gissi, nell’incontro del 5 marzo l’Amministrazione ha motivato la ristrettezza dei tempi addebitandone la causa al ritardo con cui è stato reso il parere del Garante della Privacy, parere giunto a ridosso della scadenza voluta dal comma 2 dell’art. 18 ter del decreto legge 148/2017 (convertito con modificazioni dalla legge 172/2017). Di conseguenza, il rispetto della scadenza del 10 marzo per la conclusione del controllo sugli adempimenti vaccinali è infatti la condizione posta dalla norma per avvalersi della procedura semplificata. In molti casi tuttavia le istituzioni scolastiche avevano già trasmesso i dati, a seguito degli accordi regionali che erano stati conclusi nei mesi scorsi. La stessa amministrazione fa notate come la competenza a chiarire se le precedenti trasmissioni dei dati possano essere comunque considerate valide è in capo agli Uffici scolastici regionali che sono stati sollecitati a diramare istruzioni alle scuole.
La Cisl tuttavia, fa notare come ad oggi non si dispone di un elenco delle Regioni che intendono avvalersi della procedura semplificata. Invece al Miur risulta che tale procedura sia adottata da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, mentre per le altre regioni non c’è moltosi è detta peraltro non in grado di fornire ragguagli per quanto riguarda le restanti regioni, non esistendo un riepilogo nazionale; pertanto le scuole sono costrette a verificare caso per caso, rivolgendosi all’USR competente.
Gissi: vince la burocrazia
Tuttavia, il segretario generale della Cisl Scuola mostra la propria amarezza sul percorso burocratico che prevede di espellere i bambini inadempienti da scuola: “rimane comunque un profondo malessere tra i dirigenti scolastici, scrive Gissi, ai quali viene chiesto di provvedere con formale comunicazione il diniego di accesso alla scuola dell’infanzia per quegli alunni non in regola con gli adempimenti vaccinali. È un provvedimento lontanissimo dal sentire di persone di scuola. L’allontanamento del bambino dalla sua scuola è sentito come non coerente con la funzione educativa, dissonante con la riconosciuta importanza della frequenza della scuola dell’infanzia per la riduzione delle disuguaglianze culturali e sociali”, sottolineando come, tali provvedimenti, riguardino la scuola dell’infanzia e non gli altri gradi, non riconoscendo così “quei valori di inclusione e accoglienza che costituiscono l’identità più profonda della nostra scuola”.