Arrivano i primi dati da parte del governo relativamente alle vaccinazioni dei bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni. La campagna è ufficialmente partita giovedì 16 dicembre (solo il Lazio è partito un giorno prima in undici istituti) e nel primo giorno ha raggiunto le 15.063 somministrazioni di prime dosi. Si tratta dello 0,41% della popolazione vaccinabile per quell’età. Nel report risultano 104.135 bambini guariti al massimo da 6 mesi, ovvero il 2,85% della popolazione.
I primi ad essere vaccinati saranno i bambini più vulnerabili e quelli conviventi con soggetti immunodepressi o con elevata fragilità al Covid. Le due dosi vanno somministrate a 21 giorni di distanza. Si calcola che a dicembre ne saranno distribuite un milione e mezzo.
Una circolare del ministero della Salute precisa che nei bambini che compiranno il dodicesimo anno di età dopo aver ricevuto una prima dose di vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) nella formulazione da 10 mcg/dose in 0,2 mL, è possibile completare il ciclo primario di vaccinazione, nel rispetto delle tempistiche previste, somministrando una seconda dose di vaccino con la stessa formulazione della prima dose.
Nel Lazio nelle prime due ore di attivazione del servizio ci sono state 19mila prenotazioni. In Lombardia le prenotazioni sono oltre 40mila in due giorni. In Emilia Romagna sono 7.600 gli appuntamenti già fissati. In Campania 3.300. In Sicilia sono stati attrezzati 65 punti vaccinali ad hoc in tutte le province.
“Il vaccino agisce come una stimolazione del sistema immunitario”. Così Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità nella diretta del Ministero della Salute, dove in Conferenza stampa si è parlato dell‘avvio della campagna vaccinale anti Covid-19 per i minori in età pediatrica (5-11 anni). “Il sistema immunitario non collassa affatto a seguito del vaccino – spiega il presidente Locatelli rispondendo a una domanda – semmai è vero il contrario. Il vaccino costituisce una stimolazione del sistema immunitario che rende compiuta la risposta che queste cellule così importanti dei linfociti t e linfociti b possono determinare per proteggerci dal rischio di infezione”.
Quanto ai contagi in relazione alle modificazioni del virus, il presidente Locatelli continua a consigliare la vaccinazione, in quanto “non vi è motivo di pensare che il bambino possa essere immune dal contagio da variante Omicron, sebbene il virus non mostri una preferenza per l’età pediatrica”.
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