Sulla somministrazione dei vaccini anti-Covid AstraZeneca permangono delle limitazioni piuttosto importanti. Alla problematica della mancata somministrazione della dose vaccinali a docenti e Ata non residenti, per ora risolta solo in Piemonte, si è aggiunta quella della vaccinazione non praticabile agli over 65. Il problema è stato sollevato già dai sindacati. E ora anche i nostri lettori chiedono spiegazioni.
L’Aifa non si esprime
Il problema è che l’Aifa, l’ente di controllo preposto a validare le somministrazioni di farmaci e vaccini, dopo l’iniziale indicazione di somministrare le dosi AstraZeneca a individui non oltre i 65 anni, da qualche giorno ha dato il via libere anche oltre questa soglia di età. Fermandosi però a 65 anni.
Ci sono, lo abbiamo già scritto, degli studi internazionali che indicano adatto AstraZeneca anche oltre, ma serve il sì dell’Aifa. E sino ad oggi non è arrivato. Così gli over 65 rimangono nel limbo.
La denuncia dei sindacati del Lazio
Secondo i sindacati rappresentativi del Lazio, “a questi docenti non viene somministrato il vaccino AstraZeneca, per la sua minore efficacia, ma neanche vaccini più indicati, non ancora disponibili. Il risultato paradossale è che i circa 4.100 docenti che costituiscono il segmento più esposto ai rischi del virus rimangono alla fine privi di copertura”.
La questione non è da poco: l’Anief sostiene che a livello nazionale gli over 65, considerando pure gli Ata, sono più di 50 mila. E inoltre ricorda che tra gli esclusi per la somministrazione del vaccino anti-Covid ci sono pure migliaia di tirocinanti su sostegno.
Esclusi malati oncologici e chi ha patologie
Inoltre, hanno rimarcato Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda della Regione Lazio che rivendicano pure l’utilizzo delle mascherine FFP2 nella scuola al posto di quelle distribuite ora dall’ex commissario Domenico Arcuri – la questione dei malati oncologici e del personale che non può ricevere il vaccino AstraZeneca per altre problematiche di salute, privi di copertura come gli over 65”.